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«Dai nostri truck ai bus in tema di green siamo un passo avanti»

Il n. 2 della Casa svedese: «I clienti-partner sono pronti al cambiamento. La priorità è innovare»

Piero Evangelisti

Hannover Al Salone dei veicoli commerciali di Hannover, in corso nel grande quartiere fieristico della capitale della Bassa Sassonia, abbiamo incontrato Christian Levin, vicepresidente Sales & Marketing di Scania, il costruttore svedese di camion premium.

Le novità esposte al Salone indicano chiaramente una svolta verso un trasporto sempre più sostenibile. Si ha però la sensazione che il gap tra le tecnologie dei veicoli e le infrastrutture si vada allargando. È così?

«Questa - risponde Levin - è indubbiamente la realtà e molto deve essere fatto da chi, enti pubblici e società fornitrici di energia, deve mettere in condizione di circolare i mezzi alimentati con carburanti alternativi oppure elettrici. Le autorità, inoltre, devono limitarsi a porre i limiti alle emissioni ed emanare le eventuali restrizioni, e non spiegare a noi costruttori come rientrare nei parametri: questo è un compito esclusivamente nostro».

E Scania quali tecnologie mette in campo per il trasporto sostenibile?

«Praticamente tutte e non in prospettiva (come accade per alcuni competitor, ndr) ma da subito. I nostri truck, di tutti i tonnellaggi, e i nostri bus, urbani e a lungo raggio, possono utilizzare tutti i carburanti alternativi, inclusa l'energia elettrica. Dal gas naturale liquefatto, sia fossile sia di origine biologica - quello che è a portata di mano in Paesi come l'Italia dove è molto sviluppata l'agricoltura e c'è abbondanza di legname al diesel, abbinato all'elettrico su truck equipaggiati di tecnologia ibrida plug-in, ideali per la distribuzione nelle grandi città».

E le motorizzazioni elettriche?

«Parlando di alimentazione elettrica è necessaria una premessa. I truck, infatti, non possono montare pacchi di batterie che consentano ampie autonomie per motivi di peso, di ingombri e di tempi di ricarica. Secondo Scania ci sono però delle soluzioni, già applicate, per raggiungere il livello di emissioni zero».

Tipo?

«Soluzioni come i truck con il pantografo che su tratti sperimentali di autostrada sfruttano una linea elettrica aerea (Scania è impegnata in Italia per elettrificare un tratto della BreBeMi), un sistema facilmente applicabile anche agli autobus con ricariche brevi alle fermate. E poi ci sono le fuel cell a idrogeno che montiamo già su una flotta di compattatori di rifiuti, silenziosi e a emissioni zero. Credo non sia un'utopia pensare che il futuro sia proprio in mezzi che producono l'energia elettrica a bordo partendo dall'idrogeno».

Scania fa parte del nuovo Gruppo Traton, una società autonoma che incorpora tutti i brand della galassia Volkswagen legati al trasporto pesante di merci e persone. Quale ruolo è stato assegnato al vostro marchio in questa nuova realtà?

«Per 83 anni Scania è stata un'azienda che ha sempre prodotto truck e bus premium che hanno costantemente generato elevati profitti. Sarà ancora così, ma saremo sempre più concentrati sull'innovazione, per guidare la svolta decisiva verso un trasporto sostenibile attraverso un periodo di transizione dove tutte le tecnologie di cui disponiamo si dimostreranno indispensabili».

Qual è il ruolo dei clienti in questa transizione?

«Decisivo. Del resto, per Scania il cliente è sempre al centro dell'attenzione. Tra i nostri clienti abbiamo dei partner che anche in questa fase di passaggio non devono sostenere costi aggiuntivi e, quindi, con le nostre tecnologie di alimentazioni alternative siamo in grado di mettere in moto un processo virtuoso win-win-win che porta vantaggi al cliente, ai suoi clienti e anche alla società rispettando l'ambiente che ci circonda.

I nostri clienti-partner sono coraggiosi e pronti al cambiamento, adesso vorremmo trovare lo stesso coraggio in chi deve mettere a disposizione le energie alternative».

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