Dalle Memorie di Adriano al nuovo sogno: dare S. Siro al suo Monza

Il sindaco Sala rivela la richiesta di Galliani che poi annuncia: "Da italiano tiferò Inter il 10 giugno"

Dalle Memorie di Adriano al nuovo sogno: dare S. Siro al suo Monza
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Tutto il calcio che gira intorno ad Adriano Galliani, per un paio di ore, si è ritrovato al teatro Manzoni di Milano, ufficialmente per presentare il volume Le memorie di Adriano G. , edito da piemme (Mondadori), sotto sotto per ascoltare dal vivo e rivivere la grande avventura umana e professionale di un «fuoriclasse della passione e della volontà» definizione di Luigi Garlando, l'autore che l'ha intervistato insieme con Anna Billò, giornalista di Sky sport Italia. Teatro al completo, plasticamente rappresentato dai due mondi di Galliani: a destra la platea milanista guidata dai rossoneri di ieri (capitan Baresi) e di oggi (Paolo Scaroni e Paolo Maldini), a sinistra quella occupata dal Monza guidata dal capitano Pessina e in mezzo il gotha del calcio italiano, da Gravina a Casini, Zaccheroni, Marotta e Ausilio più agenti, ex competitor (Diego Della Valle) e i sindaci delle due città simbolo della cavalcata berlusconiana, Beppe Sala di Milano e Paolo Pilotto di Monza.

E proprio sul tema tanto discusso dello stadio di San Siro, è spuntata fuori la notizia della sera. Raccontata proprio da Sala così: «Una mattina squilla il telefono ed è Galliani. Dimmi Adriano, gli faccio. Scusa Beppe, vado di fretta ma volevo farti una domanda: se Inter e Milan lasciano San Siro, lo dai al Monza lo stadio?». Siparietto raccontato per far capire come di calcio e di continua passione si alimenti la vita da ad del Monza adesso e di ad del Milan più vincente della storia ai tempi di Silvio Berlusconi da parte di Adriano Galliani.

La passione è quella nota anche in famiglia («da bambino mi chiedevano: cosa vuoi fare da grande? E io rispondevo: il presidente del Monza»), alimentata con la carriera da comproprietario della squadra della sua città, poi il salto di qualità grazie al sodalizio umano e professionale con Silvio Berlusconi che lo chiamò ad Arcore il 1 novembre del 1979 per chiedergli il 50% della sua azienda Elettronica Industriale. Inevitabile, sulla scia dell'ex premier, il trasloco in via Turati, sede dell'ac Milan acquistato nel febbraio del 1986.

E qui viene fuori il mattatore Adriano Galliani con i racconti e gli aneddoti di una vita colma di strepitosi successi e dolorose sconfitte. A proposito di questa categoria, l'episodio di Gattuso chiuso a chiave nella sala dei trofei per fargli cambiare idea e restare al Milan dopo la delusione terribile di Istanbul, è il più gettonato. Arricchito da una confessione che può sembrare quasi sacrilega per la sua parte rossonera. «Confesso che andrò a Istanbul e tiferò per l'Inter che significa tifare per il calcio italiano» la frase ripetuta davanti ai microfoni insieme con il sollievo «per la chiusura della questione disciplinare della Juve».

Così dopo anni il condor e lo squalo, gli appellativi registrati tra tifoserie ostili e critici feroci, ha mostrato il vero volto del dirigente che debuttò misurandosi con la Juve di Platini e il Napoli di Maradona «portando via Donadoni dall'Atalanta e promesso a Boniperti» come ha ricordato Garlando già autore dei libri di Ibra e Arrigo Sacchi. E durante il racconto sono spuntati fuori i diversi testimoni: Paolo Maldini che ha narrato il primo incontro con Berlusconi («venne a Milanello e ci disse: dobbiamo diventare la squadra più forte al mondo»); la trattativa estenuante per convincere Viola a cedere Ancelotti calciatore («capii che c'era uno spiraglio parlando col figlio»); le volte che riuscì a trasformare il no di Berlusconi in un sì per gli acquisti di Leonardo e Nesta; le lacrime alla firma della cessione di Kakà al Real Madrid con il presidente Florentino Perez che gli fa: «Adriano, se vuoi, strappiamo tutto»; la condizione unica di Franco Baresi il capitano degli immortali che discuteva il contratto ad Arcore con Berlusconi e «poi mi comunicavano la cifra».

Non è mancato l'episodio piccante:

«Tutte le sere andavo a cena con Zaccheroni. Una volta viene anche la moglie e quella sera entra l'attrice Giannina Facio che viene a farmi le feste al tavolo. All'uscita la moglie di Zac gli fa: queste erano le vostre cene?».

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