Meno sei: fine dei Giochi universali e olimpici, si gioca con il pallone e basta. Serie A, tutti contro una, ovviamente la Juventus, da sempre. Estate carnevalesca, non c'entra Rio. E' successo di tutto perché, forse, nulla accada, tipo Gattopardo. Milano ha nuovi padroni e nuovi allenatori, siamo passati dalla Milano da bere a quella bevuta dai cinesi che da Paolo Sarpi si sono trasferiti a San Siro. Molti progetti, molti denari ma per il momento si viaggia con la propaganda. Milan in mani nuove e piedi vecchi, con alcune eccezioni. Inter con un allenatore inedito per le nostre piazze, De Boer è cognome fascinoso, la scuola olandese vive di rendita dal tempo dell'arancia meccanica, Mancini se ne è andato per la seconda volta ma l'errore era stato (non suo) quello di farlo tornare, mentre Vincenzo Montella prova a capacitarsi su che razza di Milan dovrà allenare, alle sue spalle tre amministratori delegati e il rischio che la nebbia arrivi prima dell'inverno.
Le romane non hanno cambiato padroni ma cercano di impadronirsi della cronaca, Simone Inzaghi si ritrova allenatore per grazia ricevuta dopo la gag di Bielsa, Spalletti sarà il primo ad aprire le danze sabato contro l'Udinese a spalti non gremiti ma vivisezionati dai rilevatori biometrici, l'ultima idea per tenere lontani i tifosi ma finire nei titoli dei giornali. E mercoledì andrà già a caccia di un posto in Champions contro il Porto. A Napoli sperano che si sciolgano le gambe di Higuain, malefici di ogni tipo per il traditore, un guappo argentino che ha fatto non una fuitina ma proprio una fugona verso l'odiata. De Laurentiis se ne fotte, pensa ai denari che ha intascato, valgono un calciopanettone e spera di dimostrare che senza il Pipita la miniera napoletana avrà altre pepite. Resta la Fiorentina sempre diminutivo di se stessa, reduce da batoste estive in ogni dove. Restano le due improbabili genovesi e il positivo Sassuolo con loro. Resta il Torino che potrebbe essere la novità, la sorpresa, con un allenatore sicuro, Mihajlovic e un presidente che zitto zitto ha una squadra di football seria, una emittente televisiva con i conti in ordine e per ultimo tutto il cucuzzaro della RCS, mica roba di margine anche perché Urbano Cairo per farsi riconoscere non ama panfili, discoteche e vaccate di questo tipo ma va al sodo.
Detto di Torino non resta che la Juventus, una contro le altre, da sempre. Se i cerchi olimpici sono cinque, cinque sono gli scudetti consecutivi della società di Andrea Agnelli il quale vuole allargare il cerchio, dunque entrare nella leggenda e conquistare il sesto titolo, battendo il record del proprio nonno Edoardo. Per fare questo è andato a comprarsi il centravanti del Napoli e il centrocampista della Roma, così indebolendo le due ultime avversarie e concorrenti, in più ha ceduto monsieur Pogba, ai tifosi non interessa la plusvalenza ma la partenza del francese anche se la presenza di Dybala preannuncia una stagione pazza. Per dire: la maglia numero 10 juventina non ha proprietari, mette paura, fa venire alle mente i grandi della storia bianconera, Dybala l'ha rifiutata, altri la evitano, potrebbe arrivare un ultimo affiliato ma ritengo che il 10 resti in sospeso.
Non resta in sospeso il pronostico, qualcuno propone, per paradosso ma non tanto, di dare un handicap ai campioni che sono ancora più forti.
Scherzi dell'estate e del clima di ferragosto. Altrove, Francia e Inghilterra, già se la giocano, da noi ultimi coriandoli brasiliani, eccitazioni per fucili e archi, tuffi e piroette ma c'è voglia di un bel cross e di quattrotretrè. O no?
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