Se adesso per spiegare che un giocatore va in castigo si dice «spedito sullo sgabello» oltre a «mandato in tribuna», lo si deve a Massimiliano Allegri e Leonardo Bonucci. Alla famigerata esclusione del difensore in Champions League contro il Porto quando il centrale al seggiolino degli spalti preferì uno sgabello. L'immagine fece il giro del mondo e divenne un tormentone.
Domani sera i due si ritrovano di fronte nella finale di coppa Italia. Ma non sarà la prima volta da avversari. In campionato Leo saltò l'andata per squalifica, al ritorno all'Allianz Stadium invece c'era, eccome. Alle bordate di fischi e insulti, la risposta migliore: gol saltando in mezzo ai resti della «BBC» (Buffon, Barzagli, Chiellini), e il dispetto di impedire a Gigi di migliorare il record d'imbattibilità stabilito anche per merito suo. Poi arrivò la sconfitta, però a mettere la pietra tombale sul passato, ecco l'esultanza dopo la rete. Sì, con quel gesto suo marchio di fabbrica a dire «sciacquatevi la bocca». Era indeciso, ma l'accoglienza gli tolse i dubbi: «Mi hanno caricato, darò tutto per il Milan».
Bonucci ha un'occasione unica: alzare la coppa in faccia agli ex tifosi e soprattutto ad Allegri. Tra i due il rapporto è stato professionale, di certo non paragonabile a quello tra il difensore e Antonio Conte. Un idillio con l'allenatore dei primi tre scudetti fondato sull'adrenalina di cui entrambi si nutrono. Mentre con il tecnico toscano gli spigoli dei rispettivi caratteri a volte si sono «toccati». Si sono narrate varie ricostruzioni sul litigio dopo Juventus-Palermo tra Allegri e Bonucci, iniziato in campo e finito nello spogliatoio, che portò appunto alla famigerata esclusione. L'onda lunga arrivò all'estate, alla scelta del centrale di dire addio alla Juventus dopo sette anni. Allegri non si è mai sbilanciato: «I rancori non ci devono essere e non ci sono, con Leo ho un ottimo rapporto. Poi lui ha preso una decisione diversa, che sinceramente non mi aspettavo, ma è stata rispettata dalla società». Bonucci in una delle sue prime interviste da rossonero disse: «La Juve e Allegri hanno fatto scelte ben precise ed io le ho fatte di conseguenza. Di certo le mie valutazioni non erano più quelle del passato, ma la scelta è stata condivisa con il club, quindi non è solo farina del mio sacco. Tutto parte da Oporto, ma c'erano stati alcuni episodi già prima, magari meno eclatanti». E dopo Real Madrid-Juventus non ha fatto fatica ad ammettere che se «la Juve avesse vinto la Champions senza di me a livello personale sarebbe stato un duro colpo».
Pericolo scampato, adesso c'è una finale di coppa Italia da vincere proprio contro il passato. Contro quel Max Allegri che a un anno di distanza non è mai stato così vicino a lasciare la Juventus. Dopo l'addio di Arsene Wenger, ieri in Inghilterra hanno indicato nell'allenatore bianconero il grande favorito per la panchina dell'Arsenal. Allegri ci sta pensando seriamente a lasciare la Signora. E per la sua successione si è fatto anche il nome di Carlo Ancelotti che però ieri a Milan Tv ha rivelato che guarderà la finale di coppa Italia «con la maglia del Milan addosso». Se c'era una possibilità su mille di un Carletto bis a Torino, questa dichiarazione può averla spazzata via.
Resta il fatto che in un anno la Juventus ha perso uno dei difensori più forti del mondo, adesso rischia di restare senza l'allenatore che le ha dato una dimensione europea oltre a una collezione di scudetti e coppe Italia.
Tre doblete di fila, il quarto a un passo, ma Max deve fare i conti con quel Bonucci che farà di tutto per rovinare il finale all'allenatore che ha avuto un ruolo importante nell'allontanarlo dal club bianconero. Se Max ha mandato Bonucci sullo sgabello, adesso Leo vuole spingere Allegri giù dal podio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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