De Rossi e Zeman, tanta voglia di divorzio

Il silenzio assordante (e voluto) della società. Quello diplomatico di Daniele De Rossi a Coverciano («niente conferenze, meglio di no, si parlerebbe solo di una cosa...») dove comunque lavora sodo. Oggi la Roma tornerà ad allenarsi senza i 13 nazionali, tra cui il centrocampista escluso da Zeman con motivazioni pesanti e inequivocabili («deve pensare alla squadra e non ai fatti suoi, dimostrarmi di avere voglia durante la settimana») dall'ultima sfida con l'Atalanta, ma il clima a Trigoria sarà ancora pesante. Il caso è ufficialmente aperto, la rottura tra il tecnico boemo, che ha avuto carta bianca sulle scelte da parte dei dirigenti sin dall'inizio della stagione, e Daniele sembra ad oggi difficilmente sanabile. Servirà la settimana di lontananza dalla Capitale a far sbollire gli animi?
Lui lascerebbe mal volentieri la Roma, ma il pensiero sta iniziando a balenargli in testa. Sulla panchina giallorossa avrebbe preferito - lo disse ad agosto - Montella a Zeman. «Sono felice di non dover affrontare questo problema...», il commento dell'attuale tecnico della Fiorentina, ieri in Campidoglio a Roma ma solo per un'iniziativa di Save the Children, che il club viola sostiene dal 2010. Manchester City, Real Madrid e Psg restano alla finestra, in attesa di sviluppi. «Se venisse a Parigi sarebbe un piacere, ma credo che resterà a Roma - così Verratti, già con Zeman a Pescara nella passata stagione e ora con Ancelotti -. Non so cosa sia successo fra lui e De Rossi, quando l'ho avuto come tecnico, ha sempre avuto buoni rapporti con tutti».
Tra i due il rapporto non è mai sbocciato. Anche se De Rossi aveva affermato che Zeman è «un maestro: pensavo fosse un musone ma mi sono dovuto ricredere». Troppo diverso l'allenatore di Praga da Luis Enrique (che comunque aveva escluso De Rossi a Bergamo) ma con il quale aveva poi costruito un rapporto ottimo, anche per aver abolito ritiri, doppie sedute e allenamenti iperatletici reintrodotti dal boemo. E la clamorosa esclusione sarebbe nata proprio dai carichi eccessivi in allenamento, contestati dal centrocampista dopo il fragoroso ko con la Juve e riproposti ancora più pesantemente dal boemo.
«Non c'è nulla di complicato o stravolgente, è capitato che per una domenica l'allenatore abbia deciso di tenerlo fuori - le parole di Buffon -. Motivazioni a parte, il valore e l'apporto che riesce a dare De Rossi prescinde da tutte le problematiche che si può portare dietro. Noi ce lo teniamo stretto e siamo felici che sia uno dei nostri. Avrà motivazioni in più in azzurro, quando si ha l'opportunità e la fortuna di avere un ct che ha anche la sensibilità di dare questa chiave di lettura a certe situazioni personali. Zeman? Dimostra spesso di essere una persona coerente con quello che dice, fa quello che pensa. Ogni tanto si fa fatica a stargli dietro. A volte può eccedere ma quando si parla sempre di tematiche delicate, è normale che si rischi qualche eccesso».


«Il diverbio Zeman-De Rossi? Per me hanno ragione tutti e due», il pensiero del presidente del Coni Petrucci. Vallo a dire ai tifosi giallorossi, che sul web sembrano schierati più con il boemo che con De Rossi. Il titolo di Capitan Futuro inizia a vacillare?

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