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De Rossi: "Perché è difficile vincere a Roma? Ci sono club più potenti"

De Rossi ha poi tirato in ballo la Juventus: "La Juve si è tolta di dosso l'immagine dell'ultima gestione, che era stata vincente ma aveva delle macchie gigantesche sul groppone"

De Rossi: "Perché è difficile vincere a Roma? Ci sono club più potenti"

Daniele De Rossi, capitano della Roma, è uno dei punti fermi di Eusebio Di Francesco. Il classe '83 è anche nel giro della nazionale di Giampiero Ventura e si augura di vincere qualcosa in questa stagione. Ecco le sue parole al Corriere dello Sport relativamente alle difficoltà di vincere a Roma, riservando una piccola stoccata alla Juventus: "Perché è difficile vincere a Roma? Questo è un discorso che meriterebbe un'intervista tutta per sé. E' difficile vincere a Roma perché ci sono società più potenti a livello economico, con più storia alle spalle, per quel che riguarda le vittorie, e, lo sappiamo, 'vincere aiuta a vincere'. La Juve in questi anni ha avuto uno strapotere finanziario certo, grazie allo stadio ma anche per come hanno gestito il capitale umano di cui disponevano. E si sono tolti di dosso l'immagine dell'ultima gestione, che era stata vincente ma aveva delle macchie gigantesche sul groppone".

De Rossi ha poi parlato della possibilità di chiudere la carriera alla Roma: "Io a Roma fino al termine della mia carriera? Non lo so. Ho sempre pensato che sarebbe molto bello se io finissi a Roma. Mi piacerebbe vivere, con le dovute proporzioni, una giornata come quella che ha conosciuto Totti il 28 maggio. Sarebbe bello vivere un saluto così intenso con i tifosi, anche per me. Non so quando, non so come. Allo stesso tempo però avverto forte il desiderio di vivere un'esperienza altrove. Anche perché sedici anni di Roma sono come trentadue anni da un'altra parte, sono impegnativi, te li senti addosso. Ringraziando Dio non fisicamente perché sto vivendo forse le migliori stagioni della mia carriera. Ma la pressione è eccessiva, spesso. Quindi questa pesantezza la senti. Io un'esperienza fuori, lontano, penso che vorrei viverla, che dovrò viverla. Sinceramente avevo deciso di farla fin dall'anno scorso: c’è stato un periodo lungo in cui non avevo contatti con la società per il rinnovo del contratto. L'offerta più grossa era quella di un club italiano. Ma, come si dice, non mi ha retto la pompa: non me la sentivo di tradire la città e i tifosi.

Probabilmente se fosse arrivato un club europeo o americano, non è un segreto che uno dei miei sogni è andare a fare lì un'esperienza di vita e di calcio, probabilmente oggi non saremmo qui".

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