De Zerbi batte il Psg e fa l'arruffapopolo

"Rappresentano il potere e io il potere non lo sopporto"

De Zerbi batte il Psg e fa l'arruffapopolo
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"Una delle ragioni per cui sono venuto qui è battere il PSG. Loro rappresentano il potere, e io il potere non lo sopporto". Coluche De Zerbi ha battuto i campioni d'Europa, ha infiammato la gente di Marsiglia, già bollente di suo, è il nuovo idolo del tifo ultra, la frase da arruffapopolo rientra nel personaggio, l'allenatore ha scelto la terra della ribellione, il club di proprietà di Frank McCourt che ha un patrimonio personale di 1 miliardo e quattrocento milioni di dollari. Ho detto Coluche, ricordando l'attore comico e satirico che diceva: "A che serve il potere se non per abusarne". Ora il potere di McCourt non è paragonabile a quello di Al-Khelaifi che, sempre secondo Forbes, vanta 6,2 miliardi di dollari il resto appartiene ai fondi sovrani del Qatar ed è cifra non meglio definibile e definita ma l'uscita populista di De Zerbi lo espone al rischio, se mai dovesse arrivargli un'offerta finalmente da un grande club, come reagirebbe?

Il calcio contemporaneo è dovunque in mano alla finanza, più o meno chiara, il potere si esplica in modi diversi ma De Zerbi non può cadere nella trappola demagogica con un frasario che apparteneva alla gauche caviar, una casta tartufesca che dice di amare il popolo ma poi si guarda bene di condividerne il comportamento e il destino. La professionalità del tecnico lombardo è indiscussa, la sua purezza di linguaggio, spesso oltre la dogana dello spogliatoio, lo ha già trasformato in idolo, la sua idea di football, simile a quella di Bielsa, di Guardiola, di Sacchi, rientra nella scuola dei nuovi docenti e li infervora, Marsiglia è sicuramente il teatro ideale per combattere Parigi e il Paris qatariota, la rivalità tra le due città non è soltanto sportiva, già esplosa nel periodo di Bernard Tapie alla presidenza dell'OM ed i relativi grandi risultati, esistono profonde differenze sociali, politiche, anche di lingua, di clima meteorologico, una divergenza datata nel 1938 quando, a seguito di un incendio ai grandi magazzini, morirono 73 cittadini, il sindaco Tasso venne accusato di non avere impiegato tutti i mezzi necessari per spegnere le fiamme e Albert Sarraut, ministro degli interni, denunciò: "Marsiglia ha bisogno di una igiene fisica e morale", il 20 marzo del 1939 il governo di Parigi mise sotto tutela la città.

Scorie antiche mai cancellate, le foot ha allargato la separazione, Roberto De Zerbi, dopo 14 anni lunghi ed umilianti, ha riportato la vittoria sui nemici parigini, ha scelto Marsiglia e Marsiglia ora ha deciso di sceglierlo. Sta per cominciare un'altra storia. Accade nel calcio, accade in quella fetta di Francia così lontana, così diversa, così poco francese.

"Dello sport ho conosciuto il peggio e il meglio. Le mie emozioni più grandi hanno un nome: Marsiglia. È la città di tutti i miei sogni, di tutte le mie passioni... Marsiglia che dona il suo cuore solo a chi la ama".(Bernard Tapie 1943-2021).

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