Sochi 2014

Il «deb» Pellegrino rinunciò alla Juve per salvare il fondo

Il giovane valdostano preferì lo sci agli Allievi bianconeri. "È la mia prima Olimpiade: penso a viverla, non al podio"

Il «deb» Pellegrino rinunciò alla Juve per salvare il fondo

Non è il tipo da fare castelli in aria perché fin da piccolo gli bastava aprire la finestra della sua casa di Nus per vederne uno dei più belli della Vallée, e così Federico Pellegrino, 23 anni, ha sempre avuto i piedi piantati per terra e, alla vigilia delle sue prime Olimpiadi, non ci sta ad interpretare il ruolo di Atlante, l'eroe che si portava tutto il mondo sulle spalle. No, il settore del fondo azzurro è alle prese, da un paio di stagioni, con un profondo cambio generazionale e lui, il Pellegrino, è il nuovo che avanza ma cui non bisogna ancora chiedere di correre.

Se Giorgio di Centa ha 18 anni più di lui, loro rappresentano l'alfa e l'omega del settore nordico azzurro che da oggi inizia a fare sul serio con le sprint (alle 11 e 13 italiane). Pellegrino, nel gruppo guidato da Silvio Fauner, è ancora il più in forma. Fino alla tappa di Dobbiaco, qualche settimana fa, era perfino alla guida della classifica delle sprint ma lui vuole trattare Sochi come una gara qualsiasi, o almeno ci prova. «Sono un novellino e come tale voglio vivere questa esperienza», ha detto Pellegrino che non ha peli sulla lingua. Come quando, da ragazzino, rinunciò ad una carriera fra gli Allievi nella Juve per macinare solo chilometri sugli sci sottili.

Lo sci in cambio gli ha regalato anche l'amore: in squadra fa coppia fissa con Greta Laurent, 21 anni, anche lei matricola a queste Olimpiadi. «Stando fuori casa 150 giorni l'anno, meglio essere in viaggio insieme». Ma questa sarà tutt'altro che una luna di miele sul Mar Nero. Lui è chiamato a difendere l'onore di un'intera squadra e da 4 giorni sta studiando quella pista, su a Rosa Khutor, centimetro per centimetro: «E' molto tosta e lunga per essere una gara sprint. In primo luogo è in quota e richiede delle capacità di resistenza che di solito son proprie di un atleta da lunghe distanze e non da uno sprinter come me».

Fatto il fiato, poi, non bastano le gambe: «Rispetto ai primi giorni il tempo sta cambiando: la neve si sta smollando e il freddo della notte non basta a ghiacciare il manto». Traduzione: la neve è più lenta e aggiungi che la gara oggi sarà dalle 14 russe, il risultato è che Federico spera di non affondare troppo dietro agli avversari, lo svizzero Dario Cologna in primis, in quel chilometro e otto di circuito. «La salita più dura è lì dove ci sono i cinque cerchi, spero di riuscire a guardarli!». A fargli tenere i piedi per terra pensa anche la sua dolce metà: «Anche il settore femminile è in pieno ricambio: sono tranquilla e il mio obiettivo per queste Olimpiadi è fare un passo avanti ma ho ancora molto da imparare».

Beatà gioventù: questa per loro è l'età dei Giochi.

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