Deferite la ct Maccarani e la sua assistente. Rischiano la radiazione

La Procura sportiva: "Usate pressioni psicologiche e metodi non conformi. Hanno provocato disturbi"

Deferite la ct Maccarani e la sua assistente. Rischiano la radiazione
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Deferite, non sospese, indagate e non giudicate. Giustizia sportiva ed ordinaria stanno intrecciando i loro fili intorno al destino di Emanuela Maccarani, commissario tecnico della Nazionale di ginnastica Ritmica ed Olga Tishina, il suo braccio destro. Mentre le Farfalle stanno riannodando in questi giorni pensieri e chignon per riprendere gli allenamenti alla palestra di Desio, in Brianza, sede del loro raduno permanente, i nodi che vengono al pettine non sono solo quelli dell'acconciatura. A fine anno, il tribunale di Monza ha iscritto le due coach nel registro degli indagati con l'accusa di maltrattamenti. Ieri il tribunale federale ha disposto il deferimento per le due tecniche. «Metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità», si legge nell'atto che parla di «pressioni psicologiche che hanno provocato in alcune ginnaste l'insorgere di disturbi alimentari e psicologici». La giustizia sportiva arriva così ad un punto fermo: la luce è stata accesa intorno agli anni 2020 della squadra che a Desio si allena da oltre 20 anni. A fine ottobre le dichiarazioni a mezzo stampa di tre ex Farfalle - Anna Basta, Nina Corradini e Giulia Galtarossa - hanno aperto un vaso di Pandora. Il Coni e la giustizia federale sono stati tempestivi: commissariamento, mobilitazione del duty officer, nuova figura terza di garanzia e qualche mea culpa su uno staff ridotto all'osso o non così presente in Brianza, fra dietologo e psicologo lontani dalle atlete, in larga parte minorenni. Le prime audizioni di allenatrici e atlete avevano portato ad una tregua solo apparente: «Siamo nelle fasi della contestazione e per ora non emergono illeciti», aveva dichiarato il procuratore federale Michele Rossetti a fine novembre. Maccarani, commissariata ma non esautorata, rimase al suo posto, con un contratto comunque in scadenza naturale a fine anno.

Ieri, però, la doccia fredda, forse attesa soprattutto dopo i passi netti che anche la giustizia ordinaria sta compiendo sul caso: a pronunciare il deferimento è stato lo stesso Rossetti che il 12 gennaio, al primo consiglio federale, ha messo all'ordine del giorno la conversione in un gesto concreto del provvedimento: in arrivo potrebbero esserci una ammonizione, una ammenda, una sospensione fino a 2 anni o la radiazione. Intanto le due imputate hanno 20 giorni per preparare la loro memoria difensiva che dovranno orientare anche per far fronte all'indagine che il tribunale ordinario sta portando avanti. Per maltrattamenti si procede anche d'ufficio, ma sul tavolo del procuratore brianzolo le testimonianze delle tre Farfalle rese, prima a mezzo stampa, e poi ribadite davanti agli inquirenti pesano come macigni.

Intanto a livello nazionale sono quasi 200 le ex atlete di vario livello che hanno preso coraggio e denunciato abusi nel mondo della ginnastica, settori aerobica ed artistica compresi.

La decisione della giustizia sportiva potrebbe avere pesanti ripercussioni nella Federginnastica non solo per Maccarani, ma anche per il presidente Gherardo Tecchi, in carica dal 2016 e quindi in pieno periodo preso in esame dalla procure.

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