Milano - È un altro sabato dedicato al derby a distanza tra Inter e Milan, in testa a pari punti e quasi condannati a un lungo ed estenuante duello. Simone Inzaghi può far riaprire i cancelli di San Siro (con l'ennesimo esaurito raggiunto al botteghino) per accogliere il Bologna scortato da Thiago Motta con qualche cerotto di troppo (4 assenti: Lucumi, Posch, Kristiansen e Soumaoro) e la solita voglia di non sfigurare al cospetto dell'armata interista. L'intento dichiarato, per l'Inter, è quello di chiudere la contabilità della classifica, prima della sosta per le nazionali, con il pieno di punti e di prestazioni convincenti. Ci sono solo da calibrare bene le ultime energie e in particolare le scelte dopo quella strepitosa ripresa giocata contro il Benfica messo sotto nel gioco con spreco industriale di palle-gol. Serve la mano felice del tecnico piacentino specie in attacco, dove Sanchez si candida a far coppia dall'inizio con Lautaro (calciatore del mese di settembre) e/o con Thuram a seconda della scelta iniziale effettuata da Simone. Sotto osservazione il recupero di Asllani. Oltre la sfida col Bologna, fervono i preparativi a livello di colloqui con i rispettivi agenti, per un paio di rinnovi di contratto, tipo quelli di Dimarco, beniamino della curva nord, e Mkhitaryan restituito da Milano a una seconda giovinezza. Sono tra i più continui e anche i preferiti di Inzaghi nello scacchiere del 3-5-2.
Con un solo allenamento a disposizione e la decisione di partire soltanto stamane, in aereo, per Genova, il Milan ha davanti due ostacoli: il recupero delle forze dopo la battaglia di Dortmund e la vivacità del Genoa che ha maltrattato la Roma. Forse c'è un altro aspetto ancora più importante: smaltire in poche ore la delusione successiva allo 0 a 0 col Borussia che di fatto ha complicato la vita nel girone di Champions league. Inevitabile il ricorso a un calibrato turnover da parte di Pioli che può (in forza del recente mercato) e deve (per la vicinanza tra i due viaggi) richiamare all'appello Florenzi e Adli e puntare nuovamente sulla vivacità di Okafor e Chukwueze in attacco, rilanciando in particolare il nigeriano infilzato dai commenti acidi per il gol sprecato nel finale col Borussia. Il sostegno affettuoso del gruppo non è sufficiente a recuperare autostima e fiducia nei propri mezzi: Chukwueze deve aiutarsi da solo anche perché nel frattempo il dirimpettaio di Marassi, Messias, si è felicemente inserito nel team di Gilardino.
A margine del venerdì di passione milanista, c'è stato il secondo incontro riservato tra Ibra e l'ad Furlani. «Stiamo aspettando che Zlatan decida, qui è casa sua» la dichiarazione del manager in Germania. Forse sta maturando il tempo per gli accordi sul ruolo oltre che sullo stipendio.
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