Qatar 2022

Deschamps, il ct da sempre in discussione. Scaloni, il neofita che vuole diventare eroe

Sul francese l'ombra di Zidane, sull'argentino il peso di una Nazione

Deschamps, il ct da sempre in discussione. Scaloni, il neofita che vuole diventare eroe

Un ct educato da sempre in discussione contro il neofita arrivato tra lo scetticismo generale per la sua scarsa esperienza. Entrambi hanno risposto alle critiche con i risultati. Didier Deschamps guida la Nazionale francese da dieci anni, Lionel Scaloni quella argentina da quattro. Colui che ha riportato i Bleus sul tetto del mondo dopo un ventennio sfida l'«inesperto» che vuole diventare un eroe nazionale. «Dedè» contro il «Toro», di fronte due ct con diverse filosofie di gioco. Il primo guarda al pragmatismo, il secondo alla felicità in campo. Ma entrambi hanno dei fuoriclasse, molti dei quali con un futuro lungo a livello internazionale.

L'ex Marsiglia e Juve ha vinto la Coppa nel 2018 e la Nations League nel 2021, con le macchie di quella finale persa in casa (e mai perdonata in patria) a Euro2016 e della disastrosa competizione continentale successiva (fuori agli ottavi con la Svizzera). Il bilancio è in attivo: 90 vittorie in 139 gare. L'ex Deportivo, Lazio e Atalanta, partito da semplice traghettatore, ha riportato la Seleccion a vincere la Copa America nel 2021 e ha infilato una serie di 36 gare vinte fino al ko all'esordio nel Mondiale in Qatar con l'Arabia dal quale lui e la squadra si sono rialzati subito e bene.

Su Deschamps aleggia di continuo l'ombra di Zidane, uno dei suoi predecessori che agogna a tornare alla guida dei Bleus sin da quando ha lasciato il Real. Ora che ha la possibilità di difendere il titolo mondiale (fortuna capitata solo all'italiano Pozzo, che fece il bis, e all'argentino Bilardo) la sfortuna lo sta bersagliando. Non era bastato rinunciare in partenza a Kanté, Pogba e Benzema e pronti via anche a Lucas Hernandez. Ci mancava l'epidemia di influenza che ha già colpito Upamecano, Rabiot e Coman. Qualcuno sospetta anche che si tratti di Covid (la Fifa ha declassato i tamponi a test non obbligatori ndr), il ct francese ha ricondotto il tutto all'aria condizionata negli stadi e nei vari ambienti, acuiti dagli sforzi sul campo: «Ormai siamo sensibili a tutto ciò che è virale e abbiamo preso le dovute misure».

Scaloni ha avuto l'abilità di dimostrare il proprio valore al momento giusto, così come fece da calciatore. Quel ruolo di osservatore dell'Atalanta una volta appesi gli scarpini al chiodo nel 2015 gli stava stretto. Entrato nello staff di Sampaoli, lo seguì nell'Argentina per poi prenderne il posto tra i mugugni e le smorfie di disapprovazione. Recuperato alla causa Messi, ha dovuto scegliere - spesso con esclusioni illustri e clamorose - nella continua fucina di talenti argentini, bilanciando anche la squadra troppo offensiva e facendo coesistere grandi campioni. Fino al trionfo in Copa America.

Chi dei due vincerà domenica, non potrà che ricevere applausi.

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