C aro diario, oggi per ben due volte in sala stampa è scoppiata una bomba. No, scherzo dai, non era una bomba vera, era solo la mia vicina di banco, una giornalista tedesca un po' sovrappeso, finita in terra dopo il cedimento della sedia su cui stava lavorando. La prima volta, tanti sono accorsi dispiaciuti e premurosi per aiutarla: s'è fatta male, tutto bene? La seconda invece, circa un'ora dopo, ha scatenato una ridarella che abbiamo fatto fatica a fermare. Per fortuna la signora s'è fatta coinvolgere dall'ilarità generale...
A proposito di bombe, ormai nessuno ci pensa o ne parla più. Dopo tutti i timori preolimpici, l'atmosfera è rilassata al massimo, i controlli decisamente blandi, niente a che vedere con Salt Lake City nel 2002 (l'olimpiade americana cinque mesi dopo l'attentato alle Torri Gemelle), quando ad ogni controllo, sempre e ovunque, bisognava aprire tutte le borse, accendere il pc, smontare le macchine fotografiche, spogliarsi
Qui ora non controllano nemmeno le bottigliette d'acqua come facevano i primi giorni, insomma, forse è il momento di stare all'erta per davvero
E mentre dalle montagne italiane mi arrivano foto piene di neve, qui fa sempre più caldo. Ieri le fondiste hanno gareggiato in maniche corte! A proposito di fondo e di magliette, stamattina ho visto da lontano uno che correva in un modo diverso dagli altri, aveva qualcosa di speciale, correva bene e veloce
sembrava un maratoneta.
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