Diavolo, che sorpasso E il Milan si prende il derby

Leao doppietta, Maignan muro. Davanti a Cardinale i rossoneri rimontano l'Inter e la superano in classifica

Diavolo, che sorpasso E il Milan si prende il derby

Milano. Derby spettacolare di Milano degno delle prime due del passato campionato. E nello spettacolo di gol, prodezze balistiche, giocate superbe, s'impongono i due fuoriclasse schierati da Pioli: Leao in attacco capace di aprire come una scatoletta la difesa di Inzaghi e Maignan protagonisti assoluti del 3 a 2 finale che rimette in classifica il Milan davanti ai rivali milanesi e cancella le ombre eccessive segnalate dopo Reggio Emilia. Il portoghese, mai a segno in precedenza nel derby, capovolge l'Inter schizzata in avanti come al solito con l'assolo di Brozovic, poi provvede il portiere francese negli ultimi 20 minuti a respingere due volte la sassata di Calhanoglu e il colpo di testa di Lautaro e a custodire il successo. E qui emerge subito in modo plastico la prima clamorosa differenza tra Milan e Inter: la difesa neroazzurra continua a imbarcare acqua, come successo all'Olimpico contro la Lazio. 6 reti nelle due sfide di rilievo sono un allarme rosso sulla tenuta stagna del reparto. A centrocampo solo Brozovic è riuscito a vincere il suo duello con De Ketelaere, disperso in occasione dell'1 a 0 neroazzurro. Leao ha firmato l'uno-due e nell'intermezzo per completare l'opera d'arte ha rifinito la palletta utile che Giroud, l'ammazza-derby della scorsa stagione, ha trasformato nella traiettoria perfida del 2 a 1.

C'è stato molto più Milan, complessivamente. Perché ha comandato la sfida dopo aver subito la stilettata interista, già nel primo tempo, sfiorando una, due, tre volte di chiudere la frazione davanti nel risultato. La dimostrazione plastica è in uno dei tanti numeri scodellati dagli statistici all'intervallo: 13 tiri a 5 a favore dei rossoneri. L'inerzia è proseguita nella ripresa con quella partenza a tutto gas e in sei minuti la difesa interista è andata ancora in affanno sul lato sinistro dove appunto Skriniar ha sofferto le pene dell'inferno con il portoghese.

L'1 a 1 è partito da un passaggio sbagliato di Calhanoglu, il 2 a 1 è maturato da un fallo laterale, il 3 a 1 è stata una perla di Leao messo in azione da un tacco del francese. Davanti a lui una barriera di tre difensori interisti: lui ha puntato il primo, superato il secondo e sull'uscita di Handanovic l'ha fatto secco. A quel punto è finita una partita ed è cominciata un'altra. Con l'Inter che, sospinta dai cambi, si è avvinata all'impresa e al recupero miracoloso. Darmian, superato Calabria in velocità, l'anello debole, ha servito Dzeko che ha schiantato il palo e fissato il 3 a 2 finale.

Da quel momento in poi, appena Tonali e Bennacer, i due dominatori del centrocampo, hanno accusato qualche stanchezza, l'Inter è diventata padrona del gioco e del campo. E qui è spuntato Maignan, l'altro asso nella manica di Stefano Pioli e del nuovo Milan di Gerry Cardinale, seduto al fianco dei due Singer a simboleggiare il passaggio del testimone.

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