Il Diavolo ha il fisico, neppure l'euro. Dea può fermare la sua corsa

Milan in forma e in vantaggio con Calha, Gigio para un rigore, Zapata trova il pari

Il Diavolo ha il fisico, neppure l'euro. Dea può fermare la sua corsa

È vero: non è più il Milan dell'andata. E infatti resiste all'Atalanta che domina nel gioco senza riuscire a mettere sotto il rivale come accadde a Bergamo nel mese di dicembre. La differenza è documentata dal vantaggio rossonero con la punizione gioiello di Calhanoglu e da qualche altra occasione apparecchiata da Laxalt e Bonaventura nella ripresa cui il rivale può replicare con la stoccata di Zapata dopo il rigore parato da Donnarumma (sinistro di Malinovskyi). Alla fine il pareggio é il sigillo a una partita sempre aperta e anche bella nei suoi risvolti calcistici e fisici. Così Gasperini resta secondo mentre Pioli si avvicina alla Roma.

L'Atalanta non tradisce mai la propria identità: tiene palla, apparecchia calcio e poi esercita la pressione dimostrando una salute di ferro. In due o tre saltano addosso al milanista in possesso di pallone e schiacciano il rivale nella sua tana creando le premesse per scoprire la fragilità difensiva di Pioli. Già perché la realtà della serata milanista è quella nota: mancano all'appello dei puntelli di cemento armato come Conti, Romagnoli e Theo Hernandez mentre Calabria con l'aggiunta di Saelemaekers rendono il binario di destra territorio di conquista per Gomez e Zapata. Capita invece che alla prima occasione, una punizione sul lato, Calhanoglu metta in mostra tutto il suo talento balistico: la traiettoria velenosa inganna tutti, Gollini compreso. A quel punto il Milan riacquista fiducia, sfiora il secondo ko con Laxalt prima di rinculare e prepararsi all'assedio atalantino. E se la prima volta Donnarumma si supera deviando il rigore di Malinovskyi, più tardi Zapata approfitta di un rimpallo favorevole (di Gabbia) per rimettere in pari il risultato, non l'inerzia della sfida visto che il portiere rossonero, capitano per una sera, deve provvedere a chiudere in uscita coraggiosa sul centravanti atalantino prima dell'intervallo.

Gasperson non è il tipo da accontentarsi dinanzi alle difficoltà tradite dai suoi nell'aprirsi varchi verso la difesa milanista così il cambio di Malivnoskyi con Muriel ne è plastica dimostrazione ma la risposta di Pioli non è da meno sul piano strategico con tre sostituzioni inevitabili per cavare nuove energie da una squadra che sembra spremuta come un limone. Peccato che un paio di opportunità capitino dalle parti di Saelemaekers che non è né sveglio né preciso per approfittare. Il ritorno al suo posto di Castillejo ne è conseguenza inevitabile.

Il palo timbrato da Bonaventura al culmine di un contropiede

d'altri tempi, da area ad area, allestito da Leao e in qualche modo ostacolato da Ibra, è il segno della vitalità milanista al cospetto dell'Atalanta che sembra invece ripiegarsi, forse assalita da inevitabile stanchezza.

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