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Le dieci giornate di Seedorf per restare al Milan

Tecnico rassicurato dall'assenza di giocatori alla cena di Arcore. Ma i malumori restano: Lazio e Fiorentina saranno già decisive

Le dieci giornate di Seedorf per restare al Milan

Tutti al lavoro per provare a risollevare le sorti del povero Milan. A cominciare da Clarence Seedorf che ieri ha diviso in due turni gli allenamenti del gruppo rossonero: al mattino ha tenuto a lezione gli attaccanti, nel pomeriggio si è dedicato a tutti gli altri, difensori e centrocampisti, per migliorarne oltre che l'umore anche le conoscenze in materia calcistica. È arrivata l'ora degli straordinari. L'olandese non ha mostrato alcuna preoccupazione riferita al secondo vertice tenutosi ad Arcore, martedì sera, dopo la pesante sconfitta col Parma. I motivi, sostanzialmente, sono due: 1) perché all'atto dell'arrivo a Milanello ha ricevuto il mandato, oltre che un contratto di due anni e mezzo, per realizzare una ricostruzione della squadra; 2) perché, parlando con i diretti interessati, ha saputo che nel vertice di Arcore, con il presidente e l'ad Adriano Galliani, non c'era traccia alcuna di esponenti dello spogliatoio. Le insoddisfazioni del gruppo degli italiani, perciò, se ci sono, sono rimaste sotto traccia, non direttamente riportate al presidente Berlusconi. Dal quale, Seedorf lo ha fatto presente ai suoi collaboratori, non può pretendere ogni giorno una dichiarazione di sostegno. A proposito: non è stato lo staff dell'olandese, e in prima linea la sua manager americana Deborah Martin, la fonte che ha ispirato e suggerito la nota d'agenzia attribuita a Silvio Berlusconi. Una indiretta conferma della volontà presidenziale è arrivata per via traversa, firmata dall'onorevole Michela Biancofiore intervenuta per smontare la voce della candidatura europea di Barbara Berlusconi e per garantire «la conferma di Seedorf sulla panchina, il presidente Berlusconi non manda via nessuno». Sulla stessa linea delle dichiarazioni uscite lunedì pomeriggio e attribuite proprio a Berlusconi: «Seedorf rimarrà anche l'anno prossimo, il Milan è stato costruito male».

Non solo. A rasserenare il clima e a cancellare incomprensioni è intervenuto un ulteriore chiarimento. La stessa Deborah Martin, con una nota Ansa ha reso noto nel tardo pomeriggio che «l'accusa per la quale io sarei la fonte o anche solo coinvolta nelle dichiarazioni attribuite a Berlusconi non corrisponde assolutamente al vero e all'Ansa sono a conoscenza di come questo non sia vero. Non so chi possa essere la fonte e neanche mi riguarda ma tutti sappiamo che non sono stata io».

Ma la domanda del giorno è stata un'altra: che cosa si son detti Berlusconi e Galliani a cena martedì sera? Scontati gli argomenti all'ordine del giorno: 1) la condizione fisica e morale del Milan; 2) la necessità di riportare alcuni esponenti collaudati nei loro ruoli (De Sciglio, Montolivo, Poli); 3) la preoccupazione per le prossime sfide di Roma con la Lazio e di Firenze con la Fiorentina a causa di talune assenze (Abate, Montolivo stesso, Abbiati per squalifica); 4) la necessità di concentrare le migliori energie e risorse sulle prossime 10 partite invece di pensare alla prossima stagione. D'altro canto fu proprio Galliani, in forza della sua esperienza, a mettere in guardia Clarence Seedorf, durante il colloquio brasiliano in occasione delle feste di Natale e della sosta del campionato, sulle difficoltà tradizionali legate a saltare sul treno del Milan in corsa. In quella circostanza l'olandese si mostrò sicurissimo di riuscire nell'impresa di raddrizzare il cammino della squadra e infatti non esitò un solo istante: ricevuta la telefonata, si congedò dal Botafogo, prese il primo aereo e arrivò a Milano scortato da una marea di ottimismo. Non è andata esattamente così, come possono confermare i risultati accumulati nei primi due mesi di panchina rossonera. Piuttosto a provocare qualche malumore sono state le frasi di uno dei capi storici degli ultrà rossoneri, Giancarlo Cappelli, riferite a una tv regionale, da cui sarebbe emerso un incontro con Seedorf avvenuto una settimana dopo il suo debutto in panchina.

In quella circostanza, ai capi della curva sarebbe stata riferita l'intenzione di effettuare, in occasione del prossimo mercato, un radicale cambiamento dell'attuale gruppo di calciatori, obiettivo che, come sanno gli addetti ai lavori, è impossibile da centrare a causa dei contratti in essere e delle difficoltà nel liberarsi di calciatori dagli stipendi pesanti, incompatibili con la maggioranza dei club italiani.

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