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Difesa, duo d'attacco e contratto: le 3 spine del ctil commento 2

di Franco Ordine

Un chiarimento e due test. Qualificazione mondiale a parte (Brasile raggiunto in caso di successo), ecco cosa si può raccogliere stasera dietro la sfida di Torino contro la repubblica Ceka. Il chiarimento pubblico è quello promesso ieri dal presidente Giancarlo Abete sul futuro della panchina azzurra. Prandelli, in privato, ha già deciso: si comporterà come Lippi ai tempi di Berlino 2006 meditando di lasciare a fine torneo. Allora, piena epoca calciopoli, Marcello ebbe la nausea per la caccia all'uomo scatenata contro Cannavaro e Buffon e le velenose accuse riservate al figlio Davide, questa volta è la nostalgia del campionato a spingere il ct verso il ritorno al vero mestiere di allenatore. La trasparenza, in un mondo dominato dalla dietrologia, è la bussola della federcalcio che ha il vantaggio di muoversi in largo anticipo rispetto alla scadenza del contratto ma deve evitare le insidie di un tiro al piccione prim'ancora che cominci l'avventura del prossimo selezionatore. Non c'è il rischio che Prandelli perda il controllo della truppa: è amato e rispettato dallo spogliatoio. Semmai esiste la solita trappola infernale delle polemiche, qualora dovesse partire per Rio de Janeiro con il contratto in tasca di un club. Lo impallinarono per aver portato all'europeo il figlio Nicolò, tesserato con il Parma, esperto in recuperi degli infortunati, figurarsi dopo l'esclusione di un azzurro a favore di un altro appartenente alla sua futura squadra! I due test più attesi sono materia calcistica più autentica. Cominciamo dalla parti di Buffon. Si torna, per una notte, alla difesa a tre che debuttò, felicemente occorre aggiungere, contro la Spagna a Danzica un europeo fa: De Rossi perno centrale, assistito da Bonucci e Chiellini in assenza di Barzagli alle prese con una fastidiosa tendinopatia. È una soluzione figlia dell'emergenza (assente Barzagli) e conseguenza del campionato, praticata con sfacciato coraggio dalla Juve di Conte (l'unico che difende proprio a tre), adottata da molti altri per allacciarsi le cinture di sicurezza. Con Maggio e Giaccherini sui fianchi, la Nazionale può accentuare il proprio spirito offensivo al servizio dei due attaccanti scelti per l'occasione, freschi (per squalifica han saltato Palermo) e pimpanti (Mario perchè atteso al varco nello stadio dei fischi, l'italo-argentino perché fuggito dai tormenti romanisti). Balotelli e Osvaldo, sulla carta, costituiscono la migliore coppia d'attacco possibile. Gilardino, a segno contro la Bulgaria, ha bisogno della migliore salute fisica per suonare il violino, Pazzini deve ancora tornare all'attività dopo l'intervento al ginocchio, Insigne ha preso il largo rispetto a El Shaarawy (sta arrivando anche Pepito Rossi) ma devono farne di strada. Il panorama di prime e seconde punte è questo e solo qualche piacevole sorpresa può allargare il plotoncino. Balotelli e Osvaldo non hanno giocato insieme granchè: 200 minuti appena (meno di tre partite).

Devono mettere a punto l'intesa, trovare la sintonia mitigando i rispettivi difetti: sono due tipi fumantini e al mondiale con gli arbitri e le proteste non si scherza.

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