Dimarco, e lo sfottò: vince la legge delle curve

Dimarco,  e lo sfottò: vince la legge delle curve
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Per quanto evitabile, quello di Dimarco (nella foto) al termine dell'euroderby voleva essere solo un semplice sfottò: interista da sempre, in quel momento si sentiva il capopopolo nerazzurro e ha colto l'occasione per mettere la ciliegina sulla torta, proprio lui che nella semifinale del 2003 era in tribuna. Purtroppo, però, il difensore ha intonato proprio uno di quei cori sul quale, di comune accordo, le due curve avevano recentemente messo il veto e così la cosa, che poteva nascere e morire dentro San Siro, si è ingigantita fino a esplodere. La Curva Sud infatti si è risentita e l'ha comunicato con uno striscione sotto casa del calciatore: «Dimarco pensa a giocare o la lingua te la facciamo ingoiare».Un messaggio tanto chiaro quanto da condannare, che conferma ancora una volta che, oltre che violenti, certi ultras sono pure piuttosto permalosi. Al che, il povero Dimarco si è visto obbligato a fare ammenda sui social: «Mi sono lasciato andare a un momento di leggerezza. Volevo chiedere scusa a tutti i tifosi del Milan che si sono sentiti offesi».

Scuse accettate dai supporter rossoneri, alle quali è seguito un messaggio dei «colleghi» nerazzurri, che, proprio per il motivo scritto in precedenza, non difendeva il giocatore, ma bensì appoggiava il comportamento dei cugini: «Ci sono limiti che non vanno oltrepassati - si legge - Le Curve si impegnano da 40 anni a portare avanti un patto di non belligeranza», aggiungendo poi che avrebbero spiegato di persona a Dimarco l'accaduto.

Da un semplice sfottò, di cui il calcio è pieno si è sfociati nell'ennesima situazione per certi versi paradossale, con un calciatore minacciato e gli ultras a fare le regole. Una cosa grave, che chiama l'intervento delle autorità: la Procura di Milano aprirà un fascicolo per minacce aggravate, mentre la Digos sta già indagando.

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