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Le diverse età del tennis 30 da svolta di Camila e i 40 di dolore per Roger

Giorgi, trionfo a Montreal nel primo masters. Federer ancora operato per chiudere in campo

Le diverse età del tennis 30 da svolta di Camila e i 40 di dolore per Roger

Dicono che ognuno di noi sia legato da un filo invisibile con gli altri. E pure nel tennis ci sono età che sembrano diverse, ma forse non lo sono. Prendiamo i quasi 30 anni di Camila Giorgi (li compirà il 30 dicembre) e gli oltre 40 di Roger Federer (li ha compiuti l'8 agosto): proprio nello stesso giorno hanno incrociato quel filo per raccontare storie di chi non ha voluto arrendersi. Camila, per esempio, è diventata grande, vincendo il suo primo Master 1000 Wta a Toronto contro Karolina Pliskova, il successo che ti cambia la vita. Lo ha fatto nel solito modo, reprimendo un pianto di felicità e ringraziando con poche parole. Ma è diversa, lo si vede, da quella teenager apparsa improvvisamente a Wimbledon anni fa con quello strano capellone argentino al suo fianco. Papà Sergio, non certo un attore non protagonista della sua vicenda. Umana e sportiva.

Camila ha sempre avuto quell'oscurità in fondo alla luce degli occhi, quando gioca e quando si sforza di parlare in pubblico. Ha sempre espresso gioia e infelicità con la stessa (poca) voce. Ha perso una sorella quand'era piccola, e questo una volta ha detto è una cicatrice che non si può cancellare. Ha tenuto mamma via dalle luci della ribalta, là in Argentina (si dice) a cucire vestitini. Ha sempre vissuto nell'ombra di papà Sergio, che ne ha fatte di tutti i colori in giro per il circuito, rendendosi spesso mal sopportato. Quel soldato che ha combattuto per le Malvinas e che non ha mai preso una racchetta in mano. Eppure lei, al primo successo davvero importante, ha parlato solo di lui: «È stato tutto merito suo. Siamo stati insieme in Australia per fare 6 settimane di preparazione, e anche a Melbourne avevo giocato bene. Poi ho avuto un infortunio, ma quando ripreso sapevo che questo risultato sarebbe arrivato. Lo sapevamo, io e papà. Festeggeremo insieme appena potremo». Detto chiaro, appunto, per scacciare i fantasmi del padre padrone, di quei sussurri che la vedono troppo legata a un uomo così ingombrante. E che non fosse al suo fianco a Montreal, per Camila poco importa: la verità al riguardo la sa solo lei. Quel che è certo è che non è più quella ragazzina che sparava pallate a tutta senza pensare a nulla: «Abbiamo lavorato sul servizio, e ora so anche cambiare ritmo: avete visto?». Lo dice quasi fosse ancora una bambina. Invece, si vede non lo è più. E non lo è più, lo sa bene anche lui, Roger Federer: «Quando avevo 20 anni, vedevo i quarantenni e li trovavo vecchi. Adesso ci sono dentro». E c'è ancora con un ginocchio da operare: lo ha annunciato via social con un «hei, è Roger qui, ho una brutta notizia». La vera notizia però è che andrà sotto i ferri perché non vuole finire così: «Voglio avere ancora una speranza di poter giocare, anche se so che alla mia età è dura».

Così è il coraggio, alla fine. È la cosa che unisce tutti, a oltre 40 così come a quasi 30.

Un filo invisibile che racconta la vita.

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