Doccia scozzese L'Italrugby è da cucchiaio

Paolo BugattoSettantamila persone per uno spettacolo imbarazzante che non concede attenuanti. Una prova azzurra a corrente alternata davanti a una Scozia che passa all'Olimpico mettendola sulla solidità e su una indiscutibile superiorità in mischia e touche. Finisce 36-20 con l'Italia alla deriva sin dalle prime battute. Due defaillances in difesa ci costano il break che si trasforma in un muro impossibile da scalare. Dell'Italia bella e coraggiosa vista contro la Francia e nei primi 40' contro l'Inghilterra c'è solo qualche traccia. Un sacco vuoto con un gioco che si illumina di tanto in tanto. Accade quando Ghiraldini e Marco Fuser toccano oltre la linea, accade quando l'invenzione di qualcuno diventa il pretesto per fare la differenza. Nel mezzo c'è l'indisciplina che regala a Laidlaw palloni in serie da spedire in mezzo ai pali per lasciarci a distanza di sicurezza. La Scozia comanda.

E se ci si aggiungono i palloni persi regalati agli highlanders ecco che anche le statistiche alla fine spiegano solo in parte il silente monologo della squadra di Vern Cotter che limita i danni anche quando è costretto a giocare con un uomo in meno per l'espulsione della sua apertura. Per l'Italia cucchiaio prenotato a meno di miracoli. Tra 15 giorni l'Irlanda, poi il Galles: due corazzate per archiviare Brunel e voltar pagina.

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