nostro inviato a Torino
Serviva una risposta alla Juventus ed è arrivata. Anche senza brillare troppo. Ma la risposta che arriva dai bianconeri è di quelle che non lasciano spazio a equivoci, di quelle che chiudono virtualmente un campionato. Il Napoli rallenta ancora, la Juve no. Vince e scappa via. Sei punti di vantaggio che lasciano tranquilla la Signora, anche in caso di ko nello scontro diretto allo Stadium di domenica prossima. Campionato quasi in cassaforte, anche se Allegri continua a ribadire che lo scudetto è in ballo: «Non è finita», dice. E si conferma, Allegri, anche per la prossima stagione, dopo che l'ad Marotta lo aveva già esplicitamente fatto. Eppure non è stato facile tornare in campo dopo l'enorme delusione di Madrid. Un po' di contraccolpo c'è stato, ma poi l'esperienza e la qualità della grande squadra hanno fatto la differenza.
Il pubblico dello Stadium con striscioni e cori ha ringraziato per la quasi impresa di Madrid. E ha detto forte e chiaro a Gigi Buffon cosa pensa. Un coro dopo pochi minuti di gara per dire che lui, per i tifosi bianconeri, può dire quello che vuole e come vuole ma rimane comunque un idolo e una bandiera.
Allegri schiera un 4-3-3 piuttosto inedito con Howedes terzino destro e Dybala centravanti supportato da Cuadrado a destra e Mandzukic a sinistra. Giampaolo schiera la sua Samp, bestia nera della Juve, unica a batterla 3 volte negli ultimi 7 anni, con la formazione quasi tipo salvo le assenze di Bereszynski e Murru. La Juve ci prova subito, prima con un cross teso di Dybala e poi con Madzukic che calcia a lato al termine di una mischia da calcio d'angolo. Poi la Samp, che sfiora il gol al 21' con colpo di testa di Quagliarella da calcio d'angolo (bravo Buffon), inizia a fare il suo gioco fatto di una fitta trama di passaggi e possesso palla quasi ipnotico che mette in difficoltà la Juventus. Non tanto per le occasioni create, quanto perché il pallino del gioco resta quasi sempre in mano ai blucerchiati. Eppure è la Juve a cercare di fare la partita ma senza trovare sbocchi. E allora, quando al 43' Pjanic si ferma per un problema muscolare, Allegri manda dentro Douglas Costa per dare più vivacità sulle fasce con un 4-4-2 molto offensivo. E cambia tutto. Pochi secondi e proprio il brasiliano crossa da sinistra per Mandzukic che in spaccata porta in vantaggio i bianconeri e cancella un po' dei fantasmi che stavano iniziando a danzare sull'Allianz stadium.
Che sia la rete scacciapensieri lo avverte tutto lo Stadium e lo capisci dopo pochi secondi della ripresa quando Chiellini perde un pallone sciocco sulla trequarti e lascia campo libero a Ramirez che di destro spreca malamente. Già, ci voleva quel gol, perché l'attenzione ai dettagli non è quella vista per 93 minuti a Madrid. L'occasione Samp è il campanello d'allarme che sveglia la Juve, trascinata da un Douglas Costa in versione fenomeno assoluto. È lui a spingere i bianconeri con i suoi strappi e le sue accelerazioni alla Bolt. Dopo l'assist per Mandzukic si ripete al quarto d'ora della ripresa. Tocco morbido per la testa di Howedes che in tuffo fa due a zero. Ma non basta. Il brasiliano è incontenibile anche quando cambia fascia e a 15' dalla fine è Khedira a godere della sua sgroppata: tocco facile facile e 3 a 0 che chiude ogni velleità blucerchiata. Dalla Samp (che vinse all'andata), alla Samp: un girone senza sconfitte.
Da meno 4 dal Napoli a più 6 sugli azzurri. «Se ne va, la capolista se ne va», canta lo Stadium. Come dargli torto. Se la Juve risponde così alle batoste, significa che, almeno in Italia, per ora non ce n'è per nessuno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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