Dramma Ivanovic, il coach collassa in tribuna

L'allenatore della serba è il suocero di Andy Murray che ha saputo la notizia in campo...

Marco Lombardonostro inviato a MelbourneCi sono 16903 chilometri a separare Londra da Melbourne, ma in un secondo il destino se li è mangiati tutti. Accade così, nella vita, all'improvviso, e il tennis non fa differenza, neppure in una giornata degli Australian Open che si avvia alla fine senza troppi sussulti. All'improvviso - appunto - il dramma, sportivo e familiare, in mondovisione. Nella Rod Laver Arena stanno giocando Ana Ivanovic e Madison Keys, è appena iniziato il secondo set e nell'angolo della serba si agitano tutti. Nigel Sears, il suo coach, stramazza a terra, intorno a lui - dicono - anche tracce di sangue, forse un malore, forse ha battuto la testa cadendo. Ana sbianca, il match si ferma, arrivano i soccorsi: ma il vero dramma rimbalza tra quei 16903 chilometri, perché Nigel è il papà di Kim e Kim è la moglie di Andy Murray, che sta giocando nella Margareth Court Arena a pochi metri da dove la barella porta via di corsa il suocero. E in più Kim Sears deve partorire a giorni: perciò è a casa davanti alla tv, per questo non avrebbe dovuto vedere una cosa del genere. Il dramma è davvero compiuto.Sono attimi, terribili: la madre di Andy, come sempre al suo angolo, apprende da twitter quello che sta accadendo nello stadio accanto e scompare dalla vista del figlio. Il quale improvvisamente comincia a sbagliare tutto: è avanti di un set contro il portoghese Sousa e la gente ignara in tribuna si chiede come sia possibile che lo scozzese abbia smesso improvvisamente di giocare. Forse in realtà Murray sa qualcosa o forse no, magari è il sesto senso, di certo vede le facce del suo gruppo con Amelie Mauresmo che non sa bene che fare, di sicuro capisce che c'è qualcosa che non va. Nel momento in cui Andy - che già era partito per l'Australia dicendo «se mio figlio nasce durante il torneo mi ritiro, ci sono cose molto più importanti del tennis - molla il secondo set all'avversario, si sente la sirena dell'ambulanza che parte di corsa verso l'ospedale.Sono attimi, terribili, in cui Londra e Melbourne sono allo stesso posto. Ci vogliono minuti d'ansia, ma per fortuna i drammi a volte hanno un lieto fine: Nigel si riprende e chiede immediatamente ai medici aggiornamenti sul risultato della protetta.

Che intanto è rientrata in campo sorridendo ma per poco: butta via un set e un break di vantaggio e finisce per perdere, mentre invece Murray vince in quattro e poi vola all'ospedale senza passare dalla doccia. A quel punto però la paura è definitivamente passata, il dramma è finito. E i 16903 chilometri sono tornati ad essere una distanza di sicurezza.

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