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A Dubai Damiani minaccia lo sciopero della fame

A Dubai Damiani minaccia lo sciopero della fame

È arrivato a minacciare lo sciopero della fame, ma dopo la sua denuncia su un sito specializzato, Roberto Damiani, direttore sportivo del team francese Cofidis, non solo ha ricevuto una pioggia di messaggi di solidarietà, ma quel che più conta è stato ascoltato da chi sta gestendo questo delicato stato di crisi ad Abu Dhabi, quando giovedì sera è stata fermato e annullato il UAE Tour per un paio di casi di coronavirus mai però accertati.

Ieri mattina i primi rientri nei Paesi di residenza di corridori e staff delle squadre.

Sono rimasti ai domiciliari la Groupama-Fdj, la Gazprom e la Cofidis di Damiani. Tre squadre che alloggiano tutte al 4° piano di un albergo.

Dove secondo le unità sanitarie locali c'era il sospetto di almeno un paio di casi. «Noi della Cofidis, qualche giorno fa, siamo stati tutti sottoposti al test, ma nessuno è risultato positivo ci racconta Damiani contattato telefonicamente -.

Il problema, come ci è stato spiegato, è che essendo al 4° piano, dove sono sostanzialmente attenzionati due team, anche noi non potevamo allontanarci. Dovevamo stare solo in camera nostra, senza che nessuno da giorni venisse a fare le pulizie. Per non parlare di quello che ci hanno portato da magiare ».

Non per questo è arrivato però a minacciare lo sciopero della fame. «No, quello no spiega -. Ma per i nostri corridori, che stanno tutti bene, ma è da mesi che lavorano per raggiungere un buon livello di condizione e se adesso non hanno più la possibilità di allenarsi o correre rischiano davvero di vedere tutto il lavoro svolto svanire nel nulla».

In tarda serata, poco prima delle 21 locali, la situazione però sembra migliorare. «Ci hanno sottoposto ad un nuovo test - ha aggiunto -.

Se tutto risulterà negativo, domani (oggi per chi legge, ndr) potremo tornare a casa».

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