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Due Ducati e due Aprilia. L'Italmoto ora è una potenza

Quatto nostre moto davanti mancavano da 50 anni. Dalla pole alla vittoria: Bagnaia stavolta non sbaglia

Due Ducati e due Aprilia. L'Italmoto ora è una potenza

La MotoGP ad Assen regala emozioni, sorprese, prime volte e conferme importanti. La più importante parla italiano: la Cattedrale della velocità consacra l'Italmoto con due Ducati e due Aprilia davanti a tutti (l'ultima volta con 4 nostre moto fu nel '72) e celebra la vittoria di Pecco Bagnaia, partito come grande favorito. Non solo: c'è spazio anche per il primo podio di Marco Bezzecchi in MotoGP, il primo con l'Aprilia per Maverick Viñales, e il primo errore della stagione per il leader del Mondiale Fabio Quartararo. Forte dell'ottimo feeling con la sua M1, al 5° giro il francese è infatti stato troppo aggressivo azzardando un sorpasso alla curva 5. Vittima della chiusura dell'anteriore della sua Yamaha, nella scivolata Fabio ha coinvolto anche Aleix Espargaro, in quel momento secondo dietro Bagnaia. Quartararo è caduto, si è rialzato, ma alla fine si è arreso dopo la seconda scivolata dovuta alla rottura del sensore del controllo di trazione. Diversa invece la corsa di Aleix Espargaro che non si è arreso ed ha iniziato una rimonta forsennata «alla Valentino Rossi», come l'ha definita Massimo Rivola, ad di Aprilia Racing. Lo sforzo ha pagato. Quarto al traguardo, lo spagnolo è secondo in campionato a soli 22 punti dalla vetta. «Avevamo il passo per vincere, ma queste sono le gare», dirà Espargaro.

«L'errore di Fabio ha determinato la corsa, anche se io avevo già iniziato a spingere per andare via», ha invece raccontato Bagnaia. Arrivato da due cadute, il ducatista ha coronato un weekend perfetto con una vittoria, la terza stagionale.

«Ho iniziato le libere del venerdì con il sorriso ma confesso che in griglia ero terrorizzato dall'idea di commettere un errore. Avevo il terrore di scivolare. Immaginatevi come mi sono sentito quando sono cadute le prime gocce. L'imperativo era finire. Vincere l'obiettivo», ha continuato il piemontese con grande serenità. «Anche nei momenti bui, so di essere veloce. Questo è il mio segreto. A questo si aggiunge il supporto della mia ragazza, della mia famiglia e del team. Lo zero di Fabio ci permette di ricucire un po' il distacco dalla vetta».

Allievo di Valentino Rossi, Pecco riapre così la corsa al Mondiale. Quarto a 66 lunghezze, non è solo in questo sogno. Con lui tutto il reparto corse di Borgo Panigale, ma anche l'amico e compagno in Academy Marco Bezzecchi, il 46° italiano a salire sul podio. «È un'emozione bellissima», ha raccontato il rookie della VR, amato per la sua spontaneità e simpatia, mix perfetto tra il Doctor e Marco Simoncelli.

«Assen è una delle mie piste preferite. Non sono partito bene, ma ho spinto sempre e quando ho visto Fabio a terra ho capito che era il mio giorno». Nel giro d'onore ha sventolato la bandiera con il numero 46. Nel box ha esultato il suo capotecnico e storico telemetrista di Valentino, Matteo Flammini, sotto il podio Uccio, team manager del Team di Rossi in MotoGP.

«Grazie Vale», ha fatto eco il Bez a conferma che ieri ad Assen sul podio della MotoGP c'erano gli eredi del Doctor.

E un po' anche lui.

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