UN, DUE, TRE... STELLA Ma Andrea Agnelli non ci sta: "Voglio giustizia, ora sorprese"

Il presidente Juve non rinuncia ai 30 scudetti. Del Piero lo frena: "Rispettiamo le regole". E il ping pong continua sul futuro: "Alex nella storia come Platini e Boniperti"

UN, DUE, TRE... STELLA Ma Andrea Agnelli non ci sta: "Voglio giustizia, ora sorprese"

È stata lunga, la duplice notte bianconera. Quella che è seguita a calciopoli e quella che ha riportato a Torino la truppa di Antonio Conte: esausta, sfinita, con gli occhi gonfi di stanchezza e magari anche di qualche lacrima. Arrivati all'aeroporto di Caselle alle 3,30, gli juventini sono riusciti a partire per Vinovo solo un'ora dopo: Del Piero, per sfuggire agli abbracci di una folla impazzita, è rimasto chiuso in uno stanzino venti minuti, mentre Vucinic saltava e cantava come un bambino e quasi tutti i suoi compagni registravano le immagini di quanto stava accadendo con Ipad e similari. Un trionfo di emozioni, un frullato di tutto. Juventus campione d'Italia e basta, con i complimenti arrivati da ogni dove: da Gattuso («chapeau: hanno avuto una mentalità diversa dalla nostra») a Moratti («bravissimi: ora spero che le polemiche finiscano»), da Lippi («grande annata, si godano la festa senza pensare al resto») a Galliani («ho chiamato Andrea Agnelli per fargli i complimenti: la vita e la sfida continuano, ricominceremo dalla Champions»).
Una squadra ancora imbattuta entrata nella storia dalla porta principale, «Meglio ancora di quella di Lippi - ha detto ieri Tacchinardi a margine della giornata di golf a sfondo benefico organizzata dalla Fondazione Vialli e Mauro al circolo I Roveri - perché si è costruita il successo settimana dopo settimana, senza mai perdere». «Quella di Lippi era una squadra tanto muscolare - aggiunge Panucci - questa gioca di più a calcio». Magari nei giudizi incide (anche troppo) l'eccitazione del momento, però la straordinarietà di quanto prodotto è sotto gli occhi di tutti.
«È lo scudetto dell'orgoglio ritrovato: si è chiuso il cerchio perché siamo tornati a vincere», è stato il commento di Andrea Agnelli dagli uffici della Lega. Dove si è tornati a parlare ancora di calciopoli: l'altra notte bianconera, quella più lunga che mai sarà dimenticata. «La terza stella? Ci saranno sorprese per i tifosi», è stata la promessa del presidente bianconero. «Se guardiamo le attività giudiziarie, da Napoli hanno detto che non è stato alterato il campionato 2004-05 mentre il 2005-06 non è neanche stato investigato. La nostra battaglia continuerà, l'attività andrà avanti. La parità di trattamento è qualcosa che tutti noi vogliamo: lo vogliamo nella giustizia sportiva e in quella penale, lo vogliamo nella nostra vita». «Sul campo abbiamo vinto trenta scudetti - ha poi puntualizzato Del Piero, presente al Golf nonostante le zero ore di sonno - e nel cuore abbiamo la terza stella. Poi, però, va rispettato quanto determinato da altri criteri. Non dobbiamo fare altro se non essere orgogliosi di quanto successo. Per tanto tempo il pensiero fisso è andato al 2006: ci siamo ripresi il nostro, ma senza che questo vada interpretato come il desiderio di farsi giustizia privata. Questo scudetto è un atto dovuto a chi ha partecipato con noi e ha vissuto quei momenti drammatici».
Sul suo sito, il numero dieci ha ricordato uno per uno i componenti della rosa del 2006-07, l'anno della serie B e delle trasferte a Rimini, Crotone e via dicendo. «Le frasi di Agnelli? Attendiamo di conoscere il contenuto della sorpresa - è il parere del presidente federale Abete - Con grande serenità, qualora venisse posto il problema, sarà data risposta da una Federazione che ha grande rispetto per la storia di tutti i club e per le regole del calcio».
Si vedrà, insomma. Con la sensazione che, al solito, si andrà incontro a un papocchio all'italiana. Il tutto, mentre l'insaziabile Del Piero annuncia di «volere vincere ancora» quasi ignorando volutamente le ennesime parole di Agnelli: «Lui, come Boniperti e Platini, può dire di essere un simbolo della storia bianconera. Alessandro ha ereditato la fascia di capitano da Conte, che oggi è il suo allenatore. Per lui ci sarà sempre gratitudine da parte di tutti noi, felici dei risultati raggiunti ma altrettanto concentrati per la prossima finale di Coppa Italia. Se Del Piero dovesse uscire dalla sua avventura juventina con due trofei, sarebbe l'apoteosi». Fine della corsa ribadita, insomma.

Con la testa già proiettata in avanti, oltre la festa di domenica pomeriggio (Juve-Atalanta si giocherà alle 15) e oltre anche la Coppa Italia: Cavani è il sogno (irraggiungibile?), Van Persie, Suarez, Higuain, Damiao, Dzeko e Ramirez gli obiettivi più raggiungibili per fare ancora più bella questa Signora.

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