Torino La Juventus non vuole essere la terza. Nella storia della Champions League, infatti, solo in due casi una squadra sconfitta in casa all'andata ha poi ribaltato la situazione al ritorno centrando la qualificazione: è accaduto all'Ajax contro il Panathinaikos nelle semifinali 1995/96 (0-1 in casa, 3-0 in trasferta) e all'Inter contro il Bayern Monaco in occasione degli ottavi di finale 2010/11 (0-1 in casa, 3-2 fuori ). Con tutto il rispetto per il Porto, già battuto 2-0 al Dragao, non si vede come i bianconeri possano andare incontro a un tracollo del genere. Per di più la Signora non perde in casa da venti partite europee, ovvero dallo 0-2 patito contro il Bayern ad aprile 2013.
Premesse incoraggianti, non c'è che dire. Con il risultato che la decima presenza ai quarti di finale della competizione appare davvero dietro l'angolo, pur senza dimenticare che si tratterebbe appena della terza nelle ultime sette edizioni cui hanno preso parte i bianconeri. I quali domani, respirando l'aria europea dello Stadium, cercheranno anche di dimenticare i veleni e le polemiche scatenatesi nelle ultime settimane: ne hanno bisogno loro e ne ha magari bisogno pure il calcio italiano, malaticcio anzi che no. Se poi fosse il Porto a compiere l'impresa, la Juve aggiornerebbe in negativo un'altra statistica che la riguarda: dopo avere vinto la gara di andata in trasferta in una competizione Uefa, gli attuali campioni d'Italia hanno infatti passato il turno 36 volte su 36.
Tutto pare insomma favorevole a Madama, chiamata comunque a lanciare squilli importanti in casa propria come quest'anno in Champions non ha ancora fatto seriamente: 0-0 con il Siviglia, 1-1 con il Lione e 2-0 contro la pochezza disarmante della Dinamo Zagabria. Proprio i croati sono stati anche l'unico bersaglio centrato finora da Dybala nell'attuale edizione di Champions: la Joya aveva infatti segnato allo stadio Maksimir la rete del 3-0 di un match mai in discussione. Domani potrà provare ad aggiornare le sue statistiche e a entrare ancor più nel cuore dei tifosi bianconeri, peraltro felicemente sorpresi dalle parole con cui l'argentino ha liquidato poche sere fa le polemiche seguite al match contro il Milan. «Servirebbe più onestà: quando la Juve viene penalizzata, pensa solo a lavorare. Il Milan? Sono sei anni che si lamentano, ma per battere la Juve serve altro». Che poi sei anni fa lui fosse ancora un giocatore dell'Instituto e dovesse ancora sbarcare a Palermo, poco cambia: ha imparato in fretta la storia juventina e pure le parole d'ordine. Dimenticato anche lo scivolone della mancata stretta di mano con Allegri al momento della sostituzione contro il Sassuolo, adesso la Joya si esprime da leader e non si tira indietro. Nemmeno di fronte all'ennesima domanda sul rinnovo del contratto: «Ho dato la mia parola alla società che intendo continuare qui: dopo la sosta ci saranno novità, ma non dipende solo da me». E visto che Marotta ha ribadito enne volte che non ci saranno problemi, non resta che attendere pure da parte sua e magari da continuare a segnare.
Domani sera, Dybala sarà ovviamente al suo posto:
rientreranno Mandzukic (smaltita la colica) e Cuadrado, in difesa dovrebbe toccare alla coppia Bonucci-Rugani e in mezzo al campo potrebbe stavolta riposare Pjanic per dare spazio a Marchisio. Centellinato finora come un vino buono.
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