All'inizio fu solo Inter, o meglio solo Beppe Marotta, il dirigente che molti anni prima lo portò da Palermo a Torino. In quei giorni, però, era lontana la sagoma gigantesca di Lukaku e l'ad interista si spinse probabilmente, oltre il ragionevole nel promettere una maglia e un contratto a Paulo Dybala. Poi l'affare Lukaku divenne concreto, si trasformò nella priorità dell'Inter e da quel giorno all'argentino e al suo agente è stato detto e ripetuto di «aspettare un paio di settimane». Il tempo necessario - questa la spiegazione autentica - di far uscire un paio di pedine (gli attaccanti Dzeko e Sanchez, quest'ultimo a libro paga iscritto per 9,3 milioni netti, secondo dietro Lukaku il cui stipendio per niente ridotto ammonta a 8 più 3, 11 milioni netti, parzialmente ridotti dal decreto crescita, ndr) dallo spogliatoio affollato di Appiano Gentile per fare posto alla Joya. È stato allora che Francesco Totti ha effettuato un sondaggio per conto della Roma trovando inaspettata disponibilità per poi capitolare e far sapere che ormai la strada era stata sbarrata. Dall'Inter, sicuramente, che vanterebbe lo jus primae noctis. Ma non solo. Perché nei giorni in cui a casa Milan rinviavano giorno dopo giorno la firma di Maldini e Massara, una telefonata da Londra ha sconvolto lo scenario e dato vita all'ennesimo derby con il Milan, questa volta sul calcio-mercato dopo quello per l'ultimo scudetto, come alcuni, suggestivi, in passato, furono vissuti con alterne fortune (Pato, Thiago Silva, Suazo, ndr).
Sia Inter che Milan vivono la stessa condizione: non possono, nel caso neroazzurro, non vogliono per i rossoneri, andare oltre certe cifre. Perché è vero che Dybala ha il cartellino, virtualmente, a costo zero ma ci sono le famose commissioni di Antun (e una sommetta da passare a Petralito che ha fatto da ufficiale di collegamento) e il famigerato premio alla firma che raggiungerebbero, nella prima richiesta, la vetta di 10 milioni giudicata irraggiungibile sia da Marotta che da Maldini-Massara. Nelle ultime ore poi, assecondando le note ambizioni del Monza di Silvio Berlusconi, anche Galliani si è iscritto alla lista d'attesa nella previsione, davvero improbabile, che l'argentino possa restare a piedi con Inter e Milan e dirigersi verso la Brianza. Se Marotta è il più convinto fautore dell'operazione Dybala, sul fronte milanista risulta Massara il più deciso con l'avallo (e sarebbe una sorta di notiziona considerati i precedenti burrascosi, ndr) di Elliott. Naturalmente a stipendio e commissioni ridotti rispetto alle richieste attuali. Difficile prevedere come finirà, di sicuro Inter e Milan continueranno a marcarsi a uomo sorvegliando la trattativa dei rivali con continue telefonate allo staff di Dybala. Scontati gli effetti mediatici in un caso e nell'altro.
Ultima annotazione: dove giocherebbe con maggiore frequenza Dybala? Nell'Inter, immodificabile il 3-5-2 di Simone Inzaghi, si darebbe il cambio con Lautaro al fianco di Lukaku, titolarissimo e simbolo della prossima stagione.
Nel Milan è scoperto il ruolo del 10 e le cifre che circolano sul belga De Kateleare sconsigliano pronostici favorevoli. L'anno prima - dopo l'addio di Calhanoglu - il ruolo fu affidato a Brahim Diaz che è partito alla grande e si è poi perso per strada.
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