La Signora cala il tris per rispondere ai pokerissimi di Napoli e Inter. Ma non è da dieci la Juventus che contro il Cagliari centra la decima vittoria in undici giornate di campionato. La più brutta della stagione e finisce anche con gli acciacchi di Pjanic e Matuidi, che preoccupano pensando a Manchester United e Milan e a un centrocampo già ai minimi termini. La Juve se la cava in una partita in cui si è visto tutto il peggio del Var, restando a più sei in testa al campionato.
Dopo 7 scudetti di fila una prestazione del genere non può, non deve essere colpa del fatto che scende in campo con Napoli e Inter che le mettono il fiato sul collo a soli tre punti di distanza. Se Sarri nella passata stagione andava lamentandosi del fatto che giocava sempre dopo la Signora, per capitan Dybala e compagni non sembra essere un problema. Perché la Joya impiega 42 secondi, il secondo gol più veloce della storia bianconera dopo quello di Vidal in un Juve-Inter, anche se viene convalidato dopo tre minuti per verificare un fuorigioco: l'argentino scivola ma infila il vantaggio su un campo già non perfetto e reso insidioso anche dalla pioggia. È un'illusione perché ci sarà un motivo se nelle ultime due partite la Juve ha faticato pareggiando con il Genoa e vincendo grazie a una prodezza di Cristiano Ronaldo contro l'Empoli. Non può essere solamente un caso che proprio le stesse squadre vengano maltrattate invece dalle dirette inseguitrici: venerdì il Napoli ha travolto l'Empoli, ieri l'Inter ha fatto altrettanto con il Genoa.
Due manite in faccia alla Signora, che vivacchia sul golletto di vantaggio e subisce il Cagliari. L'avvisaglia è la frittata che rischia di fare Benatia con un tocco testa-mano, che Mariani al Var giudica non da rigore. Il secondo avviso è il miracoloso salvataggio di Szczesny sulla girata ravvicinata di Pavoletti. La Signora continua a gigioneggiare e viene giustamente punita da Joao Pedro, che aggancia in area, aggira Cancelo e infila il pareggio. Ma basta una flashata di Douglas Costa, la prima di questo campionato viziato dallo sputo a Di Francesco, per riportare avanti la capolista con la complicità di Bradaric che deposita la palla nella sua porta.
Ma è anche la partita di Mariani che subito dopo impiega oltre un minuto, assurdo, per andare a rivedere il tocco di mano dello stesso Bradaric in area: niente rigore anche questa volta, ma sono altri dubbi. Juventus-Cagliari fu la partita del primo rigore assegnato con la tecnologia (parato da Buffon), questa volta è la sfida che certifica tutte le perplessità sull'uso modificato del Var.
La conseguenza è una partita schizofrenica che condiziona in particolare una brutta Signora. Prova a scuoterla Cristiano Ronaldo, premiato da Andrea Agnelli per essere il primo a segnare 400 gol nei top 5 campionati europei: CR7 centra il palo da posizione defilata. Senza Mandzukic, strano forfait all'ultimo per la caviglia, nella ripresa la Juve cambia anche Douglas Costa con Cuadrado ma resta sempre sbagliata tecnicamente parlando. Il Cagliari continua ad arrivare con facilità dalle parti di Szczesny a conferma che il richiamo di Allegri aveva il suo fondamento: «Per vincere il campionato serve la difesa». Di questo passo si sfonderà quota 30 e così non si vincono i campionati. Anche se il rovescio della medaglia sono le zero reti incassate finora in Champions. Come se la Signora avesse ribaltato la sua anima.
Comunque chiude in affanno perché Pjanic e Matuidi alzano bandiera bianca, finisce con un centrocampista di ruolo (Bentancur) mentre Cristiano Ronaldo è egoista. Ma non nel momento più difficile, dopo un salvataggio di Benatia, perché CR7 serve il tris a Cuadrado. Ma che fatica la Signora per restare a più sei.
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