Vai a capire. A Trigoria succede il finimondo e nonostante tutto fatichi a trovare la notizia. Perchè gli imbarazzi per il clamoroso oltraggio al Ppupone sembrano già rientrati. Tempesta in un bicchiere d'acqua. Francesco Totti ha preso tempo e annunciato decisioni irrevocabili per giugno. C'è tempo per cambiare molte idee. Nel frattempo ieri il presidente Pallotta ha ribadito la piana fiducia al tecnico toscano «Luciano è il nostro allenatore, da quando è arrivato sono cambiate, in meglio, tantissime cose. Quello che ha fatto è stato dettato da un principio fondamentale: prima viene la squadra e nessun giocatore viene prima degli altri. Non è assolutamente vero che Spalletti non abbia rispettato Totti».E lui Spalletti fa spallucce, ricordando a tutti che finchè uno vince così è praticamente inattaccabile. «Babbo che fai, litighi con Totti?» sembra gli abbia rimproverato il figlio. In effetti questa mattina sulle radio romane si parlava soprattutto di Claudio Lotito che, cala Trinchetto, aveva annunciato di aver venduto Felipe Anderson al Manchester United per 60 milioni!. Notizia, poi smentita in tempo utile per diventare una barzelletta.
Così sembra che il caso Totti sia stato ricucito, si andrà avanti col doveroso «buongiorno e buonasera», il resto è imbarazzo per una carriera sul viale dell'immediato tramonto.Aveva ragione Totti quando al giornalista di Marca aveva detto che non contava più un cavolo. Del resto ieri mattina si è presentato regolarmente a Trigoria come uno qualunque per l'allenamento. Sereno, dice chi lo ha incontrato prima che scendesse nello spogliatoio, come se cercasse di archiviare la giornataccia, sicuramente la più difficile. Caso chiuso e panchine da scaldare da qui a giugno. Secondo il direttore generale Baldissoni in realtà «non c'è mai stato un caso». E ieri anche Pallotta ha ribadito che Francesco ha un contratto di sei anni da dirigente...».Chissà se Totti gradirà, così come ha apprezzato il gesto (casuale, o forse no), di De Rossi, che è rimasto con lui nell'area ospitalità dello stadio fino all'ultimo e poi ha scelto di entrare subito dopo, quasi scortandolo in tribuna. In una città che sta vivendo una contrapposizione impensabile fino a qualche tempo fa, il gesto di De Rossi ha avuto una certa rilevanza. La situazione è delineata: da una parte Totti, dall'altra Spalletti. In mezzo Pallotta che è a fianco del tecnico e negli Usa si confronta con i suoi collaboratori in vista del ritorno in Italia, a inizio marzo. Proprio in quei giorni incontrerà il capitano, gli proporrà un futuro da dirigente ma, se Totti lo convincesse per un altro anno alla Roma da giocatore, potrebbe scatenare le dimissioni, a fine stagione, di Spalletti.Una situazione delicata, uno snodo cruciale per la Roma del futuro. Se Totti si sente messo da parte, poco rispettato, Spalletti (lo ha ribadito anche nel post-Palermo) sente che voltare pagina sia più giusto: «Sono stato chiamato per aggiustare le cose, devo dare segnali. La società preferirebbe che il capitano accettasse il contratto quinquennale da dirigente - già impostato, manca solo la data di partenza - ma Totti spinge per il rinnovo da calciatore, a cifre più basse». Da qualsiasi prospettiva la si guardi, è una situazione paradossale. Con Totti in rosa anche nel 2017, Spalletti potrebbe andare via.
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