Dopo Busto Arsizio, l'Olimpico di Roma. Dopo i giocatori di colore del Milan giovedì, sabato il colombiano del Cagliari Ibarbo oggetto degli ululati da parte di tifosi della Lazio. «È triste sentire questi cori razzisti due giorni dopo che noi abbiamo lasciato il campo dopo aver ricevuto simili insulti. Molto triste!!!», ha commentato su Twitter Boateng, il ghanese rossonero che giovedì ha spinto la sua squadra a interrompere l'amichevole con la Pro Patria.
Una scelta su cui ha preso posizione il presidente della Fifa Joseph Blatter: «Lasciare il campo non credo sia la soluzione». «Ci vogliono tolleranza zero e sanzioni dure contro il razzismo - ha avvertito Blatter da Dubai - Non penso che un giocatore possa lasciare il campo perché altrimenti scatta la squalifica. La Figc deve ancora relazionarci sull'accaduto. L'unica soluzione è essere molto duri con sanzioni che devono essere una diminuzione di punti o qualcosa di simile. Quanto accaduto è l'esempio che gli spettatori devono comportarsi bene, perché, se ho capito bene, un giocatore può andarsene e gli altri con lui. Non si può continuare con gli insulti». Nessuna risposta a Blatter, ma il Milan ha ribadito il proprio «fermo dissenso a ogni forma di razzismo». Prima con un messaggio sulle magliette dei propri giocatori nel riscaldamento. Poi con un comunicato in cui il club «invita gli organi sportivi competenti, nazionali e internazionali, ad adottare e applicare ogni idonea ed efficace misura». «Noi abbiamo deciso di dare un segnale - ha aggiunto Allegri -. Chi di dovere metta delle regole e responsabilizzi chi deve decidere se far proseguire o sospendere la partita». «Servono regole univoche, ora in Italia c'è un sistema e in Europa un altro», ha osservato Ambrosini. «Chi se ne importa di Blatter...
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