Stasera sarà ancora Italia-Spagna, la sfida tra fratelli-coltelli latini. Una sfida lunga un secolo fatta di gol e colpi proibiti tra Nazionali e club, e non solo nel pallone. Cardiff è l'ultimo palcoscenico di partite al cardiopalma o anche solo normali, a volte trionfali per il nostro football, a volte no.
L'economia del paese iberico, dopo nove anni, è tornata ai livelli pre-crisi, la nostra fatica a rialzarsi con un Pil in crescita ma sempre lontano dalla media dei paesi dell'Eurozona. Sul rettangolo di gioco, invece, la nazionale di calcio spagnola è in fase di ricostruzione dopo il ciclo chiuso proprio dagli azzurri ai recenti europei in Francia. E tre mesi dopo Cardiff, lo Spagna-Italia di Madrid darà già un primo verdetto su chi potrà staccare il biglietto per il Mondiale.
Guardando alla storia delle partite, il buco nero italiano è la caporetto della finale europea di Kiev del 2012, che consegnò alla leggenda le Furie Rosse. Il punto più alto azzurro, invece, il 7-1 ai Giochi di Amsterdam 1928 con il gol di Levratto che sfondò la rete con il pallone. Tante le gare combattute, con il pugno di Zamora nella prima sfida alle Olimpiadi e la gomitata di Tassotti al Mondiale 1994. Ma a Italia-Spagna è legata anche l'ultima apparizione azzurra di Roberto Baggio, un'amichevole fortemente voluta dall'allora ct Trapattoni, o la doppia autorete di Salvadore che vanificò le reti di Riva e Anastasi nella gara pre Messico 1970. E come non ricordare invece - uscendo dal calcio - l'impresa azzurra del Settebello di pallanuoto nell'interminabile finale a cinque cerchi di Barcellona con 6 supplementari.
A livello di club, altre tappe storiche: il successo del Milan sul Barcellona nella finale di Coppa dei Campioni, l'impresa della Roma al Bernabeu nel periodo nero del Real che non riusciva a superare lo scoglio degli ottavi di Champions, le goleade rossonere e dell'Inter sui Blancos e il Valencia fino al recente successo (3-0) dei bianconeri sul Barcellona nei quarti di quest'anno dopo il ko juventino nella finale del 2015 a Berlino. Pensando solo alle finaliste di Cardiff, diciotto sfide dirette con un bilancio in perfetta parità (8 successi a testa e due pareggi, ma la vittoria pesante del Real nella finale di Champions del 1998) e in totale un centinaio di confronti tra italiane e spagnole nelle Coppe.
Stasera saranno di fronte una squadra (il Real) che ha fatto l'Europa e che vanta un fatturato di 620 milioni nella stagione 2015/16 oltre che un monte ingaggi di 286, e un'altra, la Juventus che l'ha rincorsa ma che è ora nella top ten del calcio europeo (decimo posto per fatturato, 341 milioni, e per stipendi, 207).
La forbice resta larga - undici Champions a due -, meno invece la contabilità complessiva delle finali, quindici per i reali di Spagna, nove per i campioni d'Italia. La «grande bellezza» latina passerà da una nuova sfida appassionata o da una partita insapore?
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