Milano È solo un punto, è solo un pareggio, ma di quelli che valgono una vita da tifoso, di quelli da raccontare ai nipoti. È il punto che non risolve la classifica ma tiene ancora acceso un lumicino nell'Europa dell'Atalanta, perché il regalo più bello arriva da Zagabria dove lo Shakhtar pareggia al 96'.
La notte più attesa, quella che la gente bergamasca aspettava dal giorno del sorteggio, quella che da sola valeva il prezzo dell'abbonamento al trittico di Champions e la voglia di infilarsi in autostrada per San Siro, la notte delle meraviglie, insomma, sembrava finita dopo solo 7 minuti.
Il tempo di far vedere uno scampolo di tiki taka veloce, quello che va di moda adesso a Manchester, e il City è già in gol. Potrebbe sembrare l'inizio di un calvario, la replica della goleada dell'andata e invece il City made in Guardiola è sempre abbastanza presuntuosetto (oltre che inguardabile in quella tenuta giallorossa) da non riuscire a stendere una Dea che sembra già scossa. Ci prova tante volte, fa capire che volendo basterebbe schiacciare sull'acceleratore, e invece per tutto il primo tempo la partita non si schioda più.
È vero, i bergamaschi ci mettono più di mezz'ora per farsi vedere dalle parti di Ederson (incursione del Papu Gomez sventata di piede dal portiere), ma dietro restano aggrappati disperatamente a quelle barricate che Gasperini non avrebbe mai voluto vedere. Ma qui c'è poco da scegliere, anzi c'è da ringraziare il City che non sfrutta tutte le altre azioni che crea. Un uomo solo basta a spaventare tutti: Raheem Sterling. Non solo il gol: Palomino, De Roon (belle statuine sull'1-0 mentre l'inglese triangola con Gabriel Jesus), Toloi e Djimsiti se lo sogneranno di notte per le prossime settimane. Sul suo piede nel primo tempo finiscono almeno altre tre-quattro palle gol e il massimo lo dà al 40' quando servono Var e contro-Var per non produrre nulla. Dunque: Sterling scatta, Toloi gli mette una mano sulla spalla e l'inglese va giù. Rigore, corretto in punizione dal limite con l'ausilio del videoarbitro. Tira ovviamente Sterling e Ilicic in barriera ferma col braccio. Nuova Var e questa volta è rigore. Tira Gabriels Jesus e palla fuori. Quanto basta per tenere viva l'Atalanta e far capire che il Manchester è in vena di regali.
Nella ripresa c'è un'altra Dea: Ilicic si mangia il pareggio, ma Pasalic sfrutta l'abolizione dello stopper nelle nuove idee di Guardiola, vola in aria su un cross del Papu e rimette tutto in parità. Ma soprattutto l'Atalanta dimostra di meritarsi San Siro perché adesso gioca alla pari con i re d'Inghilterra che continuano a sprecare. Ci son volute tre partite e mezza, ma a volte basta aspettare.
Poi, quando Bravo (entrato nel secondo tempo per l'infortunato Ederson) stende Ilicic e viene espulso, Guardiola si trova a mandare in porta Walker, sprofondando dal tiki taka 2.0 al calcio d'anteguerra.E la soddisfazione dei bergamaschi è fischiare il City che va a giocare sulla bandierina per far passare il tempo e salvare il pari.
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