Milanello. Prima di mettere piede nello stadio tabù del Milan (da quattro anni altrettante secche sconfitte allo Juventus stadium), Mihajlovic non sembra aver digerito le critiche rovesciate su di lui e sul gruppo dopo lo 0 a 0 con l'Atalanta, le prodezze decisive di Donnarumma e i complimenti del presidente Berlusconi agli ospiti. «C'è un'aria strana intorno al Milan, non dentro lo spogliatoio ma attorno alla squadra»: comincia così la denuncia del serbo che ha il volto truce e sembra pronto all'ennesimo duello rusticano con la critica che non gli fa sconti. «Abbiamo totalizzato 11 punti nelle ultime 5 partite, meglio di noi hanno fatto soltanto Napoli e Roma, eppure dopo il pari con l'Atalanta sembrava una catastrofe» la riflessione che ha il valore di uno sfogo pubblico. «C'è bisogno di giudizi più equilibrati, io sono convinto che a giugno saremo tra le prime» è la sua dose di ottimismo riservata al popolo rossonero che, a scorrere il web, è apertamente contagiato dal sentimento opposto. «La Juve è la partita giusta per capire se abbiamo scacciato definitivamente la paura dei passati flop» è la risposta che sembra rimettere la spina dentro la sfida da sempre svincolo decisivo della stagione del Milan. Solo per la visita del presidente negli spogliatoi dell'Atalanta, Mihajlovic è pronto a lasciare da parte il tono acido del complotto. «Silvio Berlusconi è il più titolato a farlo, è un bel gesto di fair play che dovrebbero imitare in tanti, non mi provoca alcun fastidio, faremo di tutto per farlo venire nel nostro spogliatoio a farci i complimenti» è la frase che sutura la ferita ma ne apre un'altra, di drammatica attualità. «Lo so, siamo in guerra anche se è una guerra strana. Io ho vissuto quella della ex Jugoslavia ma lì sapevamo chi ci attaccava. E già allora per non vivere nel terrore a Belgrado la sera i ristoranti e i teatri erano sempre pieni.
Anzi la mia gente ha difeso l'ultimo ponte rimasto in piedi che collegava le due zone della città occupandolo con 10-15mila persone, bambini compresi, 24 ore su 24. Perciò penso che non bisogna cedere alla paura» il racconto in questo caso struggente e malinconico concluso da una morale che potrebbe anche adattarsi ai suoi in viaggio verso Torino.FORD- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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