Se parli di Argentina a Napoli, il primo nome che viene in mente è quello di Diego. E ora che la Seleccion è in crisi e rischia di saltare il Mondiale, proprio Maradona viene in soccorso di chi sarà chiamato a risollevare le sorti della nazionale biancoceleste. Dice che perorerà la causa di Messi, squalificato dalla Fifa per quattro gare («parlerò con il presidente Infantino...), e regala parole al miele per Paulo Dybala, che domenica e mercoledì sarà tra gli avversari più temuti al San Paolo. Non quello con la A maiuscola, il «traditore» Higuain.
E l'investitura per la «Joya» che arriva dal re di Napoli e del Napoli quasi sorprende: «Dybala lo seguo fin da quando aveva 18 anni. Deve solo giocare più partite possibili, ma sfonderà, perché è un fenomeno». Paulo sbarcherà nel tempio di Diego, roba da far tremare le gambe. Argentino e mancino, geniale e sfrontato ma al modello inarrivabile si è sempre accostato con rispetto: «Ringrazio Diego perché parla sempre bene di me, spero di conoscerlo presto di persona», ha ripetuto più volte il bianconero che a gennaio gli ha anche inviato un videomessaggio. Maradona è convinto delle sue doti: «Certe volte fa cose che sono troppo veloci per il calcio italiano, deve ancora prendere confidenza con un certo modo di giocare, ma lasciamogli tempo e migliorerà ancora. Del resto è ai livelli di giocatori come Messi, Higuain e Aguero. Credo che lui e Messi hanno piedi che Higuain non possiede di certo. Perciò dico che Gonzalo continuerà a segnare, ma Dybala continuerà a crescere».
Dybala al San Paolo,
dove è passato già tre volte (due con il Palermo e una in bianconero) non ha ancora fatto gol, come se il destino pretendesse rispetto per il luogo. A spingerlo potrebbero essere ora, per paradosso, gli elogi di Maradona.
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