Per poter raggiungere il paradiso, bisogna conoscere l'inferno. È forse questa la frase che meglio riassume la 50 chilometri di marcia disputata nella notte tra sabato e domenica. Sulle strade della capitale del Qatar, gli uomini e le donne del tacco-punta hanno dovuto fare i conti non solo con gli avversari, ma anche contro il peggiore nemico: il clima folle. Tra svenimenti, collassi e barelle, malgrado la gara si sia disputata di notte, complice un meteo impossibile, è stata una gara ad eliminazione. Peggio: è stato un massacro, un inferno, un'angoscia senza fine per tutti. Nessuno escluso.
Lo sa bene Eleonora Giorgi, trentenne milanese delle Fiamme Gialle, davvero stoica nella conquista della medaglia di bronzo, la prima della spedizione italiana a questi campionati del mondo di Doha. «Cerco il paradiso ma non ho paura dell'inferno», avranno pensato gli atleti al via di una 50 km corsa alla continua ricerca di acqua e di ghiaccio in condizioni ambientali proibitive per il caldo e per l'umidità. «Così si uccide l'atletica», è il pensiero comune. Che follia.
«La medaglia mondiale che ancora mi mancava era uno dei miei sogni, ma me la sono vista brutta». Così Eleonora Giorgi, dottoressa a pieni voti in economia alla Bocconi, ha descritto la sua personale battaglia per la sopravvivenza. La piccola marciatrice, superati alcuni momenti di crisi, è riuscita a fare una prestazione di grandissimo carattere: «Ho usato testa, gambe e soprattutto il cuore, per superare i problemi di stomaco che mi hanno rallentata. Avevo talmente tanta sete che volevo bermi di tutto. Ho passato diversi momenti di crisi, mi veniva da vomitare. Ma sapevo che era un'occasione da cogliere e non volevo lasciarmela scappare. Per me questa medaglia ha un valore inestimabile».
Dal raggio di sole di Tortu alla medaglia della Giorgi, altra esponente del tacco e punta in grado di andare a medaglia due anni dopo il bronzo di Antonella Palmisano ai mondiali londinesi. Un settore, quello della marcia, che non tradisce mai. E che si conferma al vertice del panorama globale, alle spalle della Cina ieri doppietta oro e argento -, guidata da ormai una decina di anni dall'olimpionico Sandro Damilano.
Peccato che in questo momento la 50 km al femminile non rientri nel programma olimpico. «Si può gareggiare insieme agli uomini, come si è visto. Dateci una possibilità», è l'appello di Eleonora Giorgi. Come rendere la vita un inferno.
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