E quarant'anni dopo anche le figurine tornano alle Olimpiadi

La Panini lancia la collezione dedicata agli azzurri in gara a Rio. E c'è chi perde la testa

E quarant'anni dopo anche le figurine tornano alle Olimpiadi

A volte ritornano. Quarant'anni dopo, per essere precisi, da Montreal '76, gli anni della Comaneci, di Moses, di Klaus Dibiasi e Giorgio Cagnotto, a Rio '06, 5 agosto prossimo. Belle e fino a ieri impossibili. Sono le figurine Panini che una volta si chiamavano "Campioni dello sport" e adesso "Italia Team - Rio 2016", sono gli azzurri che andranno alle Olimpiadi da Federica Pellegrini a Tania Cagnotto, da Nibali alla Di Francisca, da Paltrinieri alle ragazze della pallavolo. E quelli di ieri che una figurina non l'hanno mai avuta, gli Abbagnale, la Idem, la Vezzali. Per un mese daranno un calcio al calcio. O forse no. "Erano un sogno che non riuscivamo mai a tirare fuori dal cassetto" spiega Antonio Allegra direttore mercato Italia di Panini. Paradossalmente, aggiunge "a darci una spinta sono stati due ex calciatori: Demetrio Albertini e Damiano Tommasi. Quest'album è anche un po' figlio loro". Avrà 315 figurine e 45 card con il calendario delle gare. Ma non è la contabilità quello che conta. É lo sport che si riprende gli spazi del calcio, è la figurina, fenomeno di costume, che torna a scommettere sulla diversità degli sport, sulla squadra nazionale, unica identità certa di un popolo che ha come patria i campanili. Le figurine sono una scuola che sopravvive all'ignoranza virale dei social: insegna da sempre l'arte della pazienza, le basi del commercio, le leggi del dare e dell'avere, l'ordine delle cose, l'armonia del tutto, l'amore per lo sport, la curiosità per quello che verrà, l'emozione della scoperta. Il tempo passa, ma i sentimenti restano. L'album che debuttò in pieno miracolo economico, quando si pensava di avere un futuro, oggi sopravvive alla grande alla crisi, non è solo la nostalgia canaglia dei babyboomers ma il regalo low cost e passepartout per tutte le generazioni. "La figurina è un tipo di svago per certi versi anti-ciclico - dice ancora Allegra - è una passione a basso costo che puoi dilazionare nel tempo". É un catalogo antico di eroi ancora glamour, l'Italia felice con poco come non sa essere più, abitudine trasversale che non conosce ricchi e poveri. Ieri erano lo sport a colori quando tutto era bianco e nero, le facce disegnate a mano con gli incarnati rosa shocking: su ebay Nino Benvenuti, la numero 335 dell'album 1969-70, lo prendi a 2 euro e 99, Novella Calligaris a 1.50, Sara Simeoni a 1.35. Per l'album si va all'asta.

Oggi gli atleti si postano con la figurina tra le dita sui social come fosse una medaglia olimpica, uno status symbol, una laurea honoris causa. La figu resta a tutte le età uno sguardo verso il "celo". Del resto, scriveva Eliot, il tempo presente è contenuto nel passato.

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