Si fa presto a dire non solo Balotelli. I due gol con l'Udinese non hanno fatto dormire Silvio Berlusconi. «L'adrenalina della doppietta di Mario mi ha tenuto sveglio. Il rigore è dubbio, ma un rigore all'ultimo minuto che ti fa vincere per un tifoso è grandissima gioia. E comunque con gli arbitri abbiamo un grandissimo credito», il commento del presidente.
Il Milan si gode l'ennesimo scatto in classifica e lucida una serie di cifre che incorniciano le cadenze della sua attuale rimontona. Per esempio il raccolto di punti (addirittura 33) nelle ultime 14 partite, insomma dalla sfida domestica col Genoa, che segna più o meno la fine della crisi più acuta pur tra alti e bassi (la sconfitta interna con la Fiorentina). Oppure la differenza, clamorosa, tra le prime quattro partite del girone d'andata rispetto alla marcia avuta, nello stesso percorso, durante il girone di ritorno: 3 la miseria dei punti collezionati subito dopo la partenza di Ibra, Thiago e nove senatori, 10 quelli invece messi insieme nel 2013 che sembra un'altra era più che la parte seconda della stagione, grazie alla correzione con il mercato di gennaio.
E infine fanno specie i punti recuperati alla concorrenza nelle ultime 10 giornate: 13 nei confronti di Inter, raggiunta a 40 punti, e Fiorentina nel frattempo scavalcata in classifica; 5 a Juventus e Lazio, appena 3 quelli invece rosicchiati al Napoli di Mazzarri. «Quest'anno abbiamo inserito 12 elementi nuovi nella rosa, l'anno prossimo non faremo cambiamenti e perciò non partiremo con l'handicap» è la riflessione di Adriano Galliani che ha da sempre avuto un debole per i numeri e perciò se li coccola come una fidanzata. «Il Milan non è solo Balotelli» continua a ripetere il vice-Berlusconi pensando ai titoli di giornali e siti, forse anche al gol di Pato in Brasile («se sta bene fisicamente, nessun dubbio sul suo talento») e magari alle stoccatine di Cassano, provenienti dal fronte di Appiano Gentile («quando gli altri erano in crisi non usciva niente sui giornali» dixit il Fantantonio).
Sull'argomento, la risposta ufficiale è affidata a Milanchannel che ha rinfrescato la memoria del barese ripescando dall'archivio la rassegna-stampa dell'epoca. Forse l'unica carineria di Cassano è quella nei confronti di Balotelli stesso («Io ne ho fatte più di lui»), preceduta però da una staffilata («a Mario piace andare sui giornali, a me meno»). Effetto-derby, verrebbe da chiosare. Perciò il Milan può ancora ammirare il debutto di SuperMario lasciando allo stesso Galliani il compito di accreditare il paragone già emerso nella serata di domenica. «Per la presenza scenica, la personalità e anche l'effetto sul resto del gruppo, mi ricorda molto Ibrahimovic» il prestigioso riconoscimento che vale già come una specie di laurea anticipata. Nessun paragone invece tra le due trattative, quella col Barcellona definita in poche ore e quella per Mario partita con una rincorsa di alcuni mesi. «Molto più complicata quella con il City: un corteggiamento lunghissimo, un sogno faticoso. Non so quanti punti ci porterà Balotelli ma di sicuro ci rafforza» è la sicurezza di Galliani.
La prima verifica sarà sul fronte dei mini-abbonamenti. Magari il Milan può scoprire che Mario è anche un affare per il botteghino. Mentre gli inglesi cominciano a rimpiangerlo. Persino i tabloid, nel recensire i 2 gol del debutto, si lasciano andare a qualche rimorso.
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