
Il ritardo è scusato. Il ritardo col quale Luka Modric, alle soglie dei suoi splendidi 40 anni, si è presentato nel calcio italiano e ha debuttato ufficialmente ieri nella vita del Milan, è scusato ampiamente non solo dalla sua luminosa carriera ma dalle parole spese durante il primo incontro con i media. Tre, come il numero dei figli che lo hanno scortato a casa Milan e si sono seduti con la moglie in prima fila accanto a Tare, sono stati i suoi punti cardinali esibiti: "Umiltà, etica del lavoro, semplicità". Non per niente si tratta del fuoriclasse croato che ha fatto emozionare Carlo Ancelotti e lo stadio Bernabeu nel giorno del suo addio e che ha impiegato qualche ora, dopo il viaggio lampo in Croazia di Tare, per dire sì al Milan a questa nuova avventura. Nel suo inglese ha declinato tutti i propositi e anche qualche giudizio impegnativo, raccontato qualche aneddoto, qui e là, per completare una confessione più che una conferenza che segnala la statura morale e calcistica della nuova guida calcistica di Max Allegri. "Non vedo l'ora di conoscere la squadra e di allenarmi con loro" così può presentarsi un ex Pallone d'oro che non sa nascondere le ambizioni. Poche storie sul tema. "La qualificazione in Champions dev'essere l'obiettivo minimo perché la storia del Milan insegna che bisogna lottare per provare a vincere qualche trofeo" spiega Modric, vestito con camicia bianca e cravatta, abito d'ordinanza, a dimostrazione che anche questo dettaglio conta quando entri nella cronaca di un club chiamato Milan.
"Sono cresciuto guardando il calcio italiano e il Milan, la mia squadra preferita, il mio idolo è stato Boban" ricostruisce così da dove arriva Luka che nel frattempo ha ascoltato i consigli di Carlo Ancelotti a Madrid ("mi ha raccontato la pressione che c'è a giocare nel Milan"), il colloquio recente con Ibra ("mi ha spiegato Milano") e quello rapido con Max Allegri, già battuto in finale di Champions con il Real ("ma non glielo ricorderò, lui è un vincente") dal quale vorrà scoprire "come mi vede in campo", segno che non è il tipo "io sono Modric e scelgo dove giocare" come accadrebbe con la nuova generazione probabilmente. Non è un mistero dove giocherebbe volentieri lui. Racconta infatti: "In mezzo al campo ma non esiste nessuno al di sopra della squadra" che è poi la premessa per dirsi "molto competitivo".
Dopo tre settimane di vacanze non si è presentato impreparato. "Mi sono riposato, mi sono allenato e visto le due amichevoli con Arsenal e Liverpool in cui ho colto tanti aspetti positivi" la prima conferma. La seconda arriva quando gli chiedono del probabile ritorno di Adriano Galliani al Milan. "Non ho parlato con lui ma so quello di incredibile che hanno realizzato nel Milan con Silvio Berlusconi. So delle 7 Champions" precisa prima di tornare al focus della giornata. E cioè all'ultimo Milan arrivato ottavo in campionato. Come si fa a riportarlo in alto? La risposta è un piccolo capolavoro di abilità dialettica. "Io ho visto da vicino il Milan in Champions nella passata stagione: se gioca come contro di noi del Real allora il livello sarà di sicuro molto alto e potremo puntare a qualche trofeo. So che le aspettative sul mio conto sono altissime, sono pronto a raccogliere la sfida". Trentaquattro minuti sono stati sufficienti, nel primo incontro, per capire la forza mentale di Luka Modric.
Fuori da casa Milan e allo store di via Dante lo hanno atteso centinaia di tifosi vestiti con la sua maglia numero 14. Al suo fianco potrà crescere anche Jardon Jashari: l'affare con il Bruges si è sbloccato per 38 milioni.