Ecco gli hooligans in doppiopettoil commento 2

Ecco gli hooligans in doppiopettoil commento 2

di Tony Damascelli
«I mbecille!». «Provinciale!». «Grande Ignorante!». Roba buona dal calcio italiano, frasario da strada. Ma esce dalla bocca di lor signori tipo Della Valle Diego, Marotta Giuseppe, De Laurentiis Luigi, figlio di Aurelio. Cambiando l'ordine dei fattori non cambia il prodotto, l'insulto, la provocazione, l'offesa. Avrebbero la possibilità di prendere il telefono e scambiarsi le effusioni, ma no, preferiscono le telecamere, i microfoni radiofonici, i cinguettii, non hanno il coraggio di affrontarsi faccia a faccia (di bronzo) e dichiarare le proprie intenzioni.
Breve riassunto dell'ultimo «franco confronto». Da Lione attacca Marotta, di professione amministratore delegato di una Signora che a volte smarrisce il bon ton: «Ci ha dato fastidio l'eccessiva euforia dimostrata dal Napoli che in fin dei conti ha battuto la Juventus in una partita di campionato che vale solo tre punti. Sembrava che fosse l'euforia tipica di una squadra di provincia quando, giocando contro una grande, vince una partita. Mi sembra che questo sia molto riduttivo per una società come il Napoli che ha un blasone e una storia». Risponde a stretto giro laconicamente cinguettando De Laurentiis jr, con il familiare savoir-faire: «Marotta grande ignorante! Confonde il cuore di una città unica come Napoli per un'euforia da provincia».
Hooligans in doppiopetto, figli di un sistema nel quale sono saltate tutte le marcature del rispetto, della vergogna, del pudore, del pentimento.
Papa Francesco ha ricordato agli sposi che la vita di coppia dovrebbe essere ispirata e confortata sempre da tre parole: permesso, scusa, grazie. La vita di relazione nel calcio è invece sconfortata da imbecille, provinciale, ignorante. Inutile stupirsi per come si comporta la plebe se i padroni offrono questo esempio, la stampa li fiancheggia come si usa a corte, il cortile è affollato di gentaglia, nessuno ha il potere di dire basta, i sepolcri imbiancati se ne fregano, di buone maniere vestiti e di cattive abitudini profumati.


Il calcio italiano è al punto di non ritorno, il codice etico applicato in nazionale diventa codice penale quando l'arbitro fischia l'inizio della partita. Della Valle, Marotta, De Laurentiis padre e figlio, Elkann, proseguono per la loro strada, impuniti e osannati dal loro pubblico. Al prossimo insulto, viva l'Italia.

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