Che faccia da Ibra. Che non vuol dire necessariamente: faccia da schiaffi. Proprio da alter Ibra. Un po' spigolosa, come la parlata. Gli dici: Berlusconi vuol vincere tutto: Champions e campionato. E lui ribatte pronto: «Milan vince niente, zero titoli». E non è Mourinho. È soprattutto Ibra. Anzi, Kuzma. Provate a prendere la metà del viso di Ibrahimovic e la metà di quello di Kuzmanovic: appaiate e vedete l'effetto che fa. L'alter Ibra è secco, monolitico, senza imbarazzo nello schiaffetto dialettico. Un copia e incolla. Dev'essere il sangue, un ruscello comune. Ibra nato in Svezia, figlio di genitori di sangue serbo-croato. Questo nato in Svizzera da genitori serbo-bosniaci. Poi il taglio degli occhi. Niente male le battute. Ideale per un derby. Poi uno fa gol, l'altro fatica e se la gioca a modo suo. Ma con l'idea fissa. «Sono qui per vincere. Mi manca un titolo, la mia carriera è stata sempre in crescita. Voglio fare la storia e l'Inter è una delle più grandi squadre del mondo». Detto senza ruffianeria. Ruvido ma immediato.
Certo, vincere. Ma l'Inter è in un momento difficile.
«Vero, la mia prima partita a Siena è stata una delusione. Anche quella di Firenze. Là ho ancora amici, per esempio Jovetic. Ma non ho salutato nessuno. Ero troppo arrabbiato (eufemismo ndr.) Ora è importante lottare per riprendersi».
C'è pronto il derby
«Sfida sempre speciale. Per noi determinante: se vinciamo lasciamo dietro il Milan, poi vediamo se ci sorpassano ancora».
Il suo primo derby...
«Si, quello di Milano è il più bello, più spettacolare. Avevo provato San Siro con la Fiorentina: stadio bellissimo quando è pieno».
Milan favorito, visti gli ultimi risultati...
«Altra storia, il derby è sempre speciale. Bello perché così diverso dalle altre sfide. Il Milan ha battuto il Barça? E noi il Cluji: coppa e campionato sono differenti».
Cioè?
«La serie A è molto più difficile dell'Eurolega e noi siamo a un punto dal Milan. Questo è un campionato forte e difficile».
Lei viene dalla Bundesliga. Prima ha giocato a Firenze. È cambiato qualcosa da noi?
«No, c'è ancora tanta tattica e tecnica. Ma oggi pure la Germania ha un campionato forte: è stata una sorpresa vedere arrivare certi giocatori: mai avrei pensato che sarebbero venuti. Anche l'arrivo di Guardiola è una bella cosa».
In Italia è tornato Balotelli: uno che renderà il derby molto caldo, con annessi problemi di tifo e razzismo...
«Francamente del ritorno di Balotelli non mi frega niente. E nemmeno di lui. Lui fa il suo, noi il nostro. Credo sia normale che i nostri tifosi siano arrabbiati (altro eufemismo ndr.). Per me conta la partita. Invece il razzismo resta una brutta cosa. Ho visto in tv quel che è successo con Boateng».
Chi conterà in campo?
«Da noi c'è Cassano, se mette bene la prima palla, sai che ti farà 90 minuti alla grande. Anche Palacio è un tipo decisivo. Guarin segna di più ed ha trovato autostima. Loro hanno un buon attacco. Staremo attenti. Ma guardiamo a noi, io voglio vincere».
E il Milan non vincerà niente....
«Noi abbiamo la chance di conquistare anche la coppa Italia. In Champions ci sono squadre più forti del Milan. Con il Barcellona non è ancora finita: a San Siro non hanno fatto un tiro in porta. Al Camp Nou tutte le squadre soffrono. Qui Messi non ha combinato niente. Può succedere una volta, non è un robot. Ma poi fa la differenza».
Ha escluso lo scudetto per entrambe: quindi titolo alla Juve?
«Non so. È quattro punti avanti al Napoli, ma deve incontrare loro, noi, il Milan. Può succedere di tutto».
Finora ha detto quello che succederà nel derby. Dica quello che non succederà?
«Che finisca senza gol». Infatti non capita dal 2004.
Lei non ha proprio una storia esaltante contro i milanisti: un pari e 3 sconfitte.
«Appunto, voglio cominciare a vincere. Poi non c'è Pato, ho brutti ricordi: tanto meglio».
Ci saranno due amici dai tempi di Firenze: Pazzini e Montolivo...
«Si, ma loro di là e io di qui. Piuttosto vorrei giocare il derby con Stankovic: è il mio idolo. Sai che soddisfazione vincere con Dejan!».
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