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"Ecco mio fratello Okaka. Un deejay in nazionale"

"Adora la musica e ha seguito un corso alla consolle. A 11 anni pulivamo piscine con mamma e papà..."

"Ecco mio fratello Okaka. Un deejay in nazionale"

Il debutto in nazionale con gol decisivo di Stefano Okaka fa conoscere al grande pubblico il centravanti della Sampdoria di 25 anni e 14 trasferimenti subiti, 5 dei quali prestiti e rientri alla Roma. Ha una gemella, Stefania, pallavolista in serie B1 in Calabria, alla Golem Palmi. È al primo anno reggino, schiacciatrice, e picchia forte come l'azzurro quando calcia. «Ci somigliamo parecchio - racconta -, nei modi e nell'espressioni. In fondo anche nel ruolo, attaccanti». Però lei gioca di fronte al massimo a 400 tifosi. Confida: «Sono partita dal Trasimeno, quando avevo 12 anni, poi sono arrivata al Club Italia con l'ex ct Mencarelli, azzurrina assieme a Lucia Bosetti, quindi nella Roma volley. Poi nell'emergente Busto Arsizio, all'Hämeenlinna in Finlandia... La scorsa stagione sono rimasta disoccupata a causa di un infortunio alla caviglia».

La gemella ora è seconda in classifica, Stefano lotta per la Champions con la Sampdoria. Lei si è fatta subito ben volere dall'ambiente biancoblu, idem Stefano alla Sampdoria. «È un tipo solare, inizialmente magari diffidente ma quando prende confidenza diverte». I genitori, entrambi nigeriani, arrivarono 37 anni fa a Castiglione del Lago, 12mila abitanti, in provincia di Perugia. Papà Austin ha 57 anni, mamma Doris 54, e adesso si godono i successi sportivi dei figli. «Quando eravamo piccoli però si sono adattati a tutto, pur di garantirci la miglior crescita possibile. Mamma faceva la bidella, le pulizie, papà asfaltava. Anzi, la sera pulivano assieme piscine e palestre e noi, 11 e 12 anni, gli davamo una mano principalmente perché non sapevano a chi lasciarci».

Insomma Okaka Chuka conosce la parola sacrificio. Adesso è fidanzato con Veronica, ristoratrice genovese più grande di lui. «Io sono vegetariana, lui no e fra le nostre passioni c'è proprio la cucina e l'andare a curiosare per ristoranti», prosegue Stefania. Vive il momento di euforia con distacco: lo stesso dell'altro fratello, Carlo, 33 anni, da tempo a Londra. Come procuratore ha Andrea Cattoli, il medesimo di Acerbi, miracolato dalla vita, oltreché dal calcio. «Deve tanto a Mihajlovic, l'ha rimesso in sesto fisicamente e psicologicamente. In nazionale non sarà una meteora, non farà toccata e fuga, l'ha meritata e spero continui con equilibrio».

Nel tempo libero Stefano è pigro. «Come me, si mette sul divano o fa shopping, ascolta musica: house, aren B, hiphop. Siamo stati al concerto di Rihanna, due anni fa, al Forum di Assago. A Castiglione seguiamo ogni tanto il corso da deejay, nella casa umbra abbiamo la consolle, da buoni gemelli vorremmo diplomarci insieme». Stefano vive da solo a Nervi e ogni tanto lo va a trovare Cassano. «Ad Antonio deve molto, è uno dei pochi che gli è stato vicino nei momenti più bui, a Parma. È una grandissima persona e lo ringraziamo: ogni tanto si trovano a pranzo o cena, c'è anche la moglie Carolina».

L'obiettivo è scontato. L'Europa con i cerchiati di blu, l'Europeo, poi il Mondiale da anti Balotelli. «Si lavora per arrivarci, senza dichiarare gli obiettivi».

Parola di gemella.

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