Effetto Drogba, gli altri giocano e lui segna. Gli altri lottano e lui fa male. Il Barcellona se ne torna a casa con qualche graffio di troppo: perde la terza partita della sua stagione (questa era la numero 63), non segna gol ed è un altro avvenimento da non sottovalutare. Era già capitato a San Siro, ma stavolta il segno del destino ha colpito duro: una traversa di Sanchez allinizio, un palo di Pedrito proprio nei minuti di recupero, dicono che la qualificazione sarà da sudare. Barcellona che avrebbe vinto facile contando il numero dei tiri (25 contro 5) e delle occasioni sprecate, ma il football non è la boxe.
Football come piace dire agli inglesi, perché quello di ieri sera è stato giocar a pallone allinglese con un ivoriano e un argentino a metterci la pennellata di qualità. Ma se Messi ha provato giocate, ma non ha trovato esplosività ed esplosione goleadoristica, Drogba è stato il gigante mica tanto buono che ha cercato di colpire, devastare, comunque destabilizzare la tranquillità spagnola. E ce lha fatta: assalti e gol-vittoria e magari con quelle sceneggiate da teatrante che rompevano il ritmo al Barça. Per vincere serve tutto e Drogba aveva un conto da regolare: lo attendeva da tre anni (6 maggio 2009) quando il golletto di Iniesta tramortì un sogno da finale. Non era ancora finita, ma il Chelsea è vivo.
Primo tempo da tattica perfetta. Gli inglesi hanno colpito allultimo secondo con lazione più velenosa che qualunque manuale calcistico possa prevedere: palla strappata da Lampard a centrocampo, verticalizzazione nellazione lungo fascia di Ramirez e palla filante e traditrice in mezzo allarea. Drogba appostato e gol segnato è stato un giochetto, agevolato dalla cattiva lettura della difesa del Barcellona. Cè da immaginare cosa sia passato per la testa e nellanimo della gente di Stamford Bridge. Il passato non ritorna, ma un po ritorna. E i ricordi delle beffe sono difficili da cancellare.
Partita giocata secondo copione: Chelsea molto allitaliana (sarà un caso se in panchina cè il furbo italiano Di Matteo?) e Barcellona capace di crearsi le migliori occasioni. Messi bravo a verticalizzare ma tutto è finito con quei guizzi. Chelsea appostato a sfruttare lerrore degli spagnoli. Stessa idea seguita dal Milan. Chelsea anche fortunato quando Sanchez si è liberato in area e il tocco ha mandato la palla sulla traversa. Nove minuti e la partita poteva già essere indirizzata. Segni del destino. Come quelli che Fabregas forse non ha ascoltato: due errori di tiro, due chiusure un po velleitarie e forse poco grintose hanno permesso al Chelsea di salvarsi. La prima sventata grazie ad una parata di Cech e al tiro maldestro dello spagnolo. La seconda salvata dallintervento di Cole a scacciar palla dalla linea. Barcellona bellino, non bello. Questo il problema. Chelsea furbo e sveglio, non forte: questa la contropartita della serata. Di tutto un po, a mostrare difese comunque scarsine.
Squadre sotto la pioggia battente, campo un po scivoloso e Barcellona un po sdrucciolo: questa la sintesi di una partita che non è decollata mai secondo il copione che la squadra di Guardiola ha spesso tradotto in spettacolo e gol. Ieri sera pareva una squadra inceppata, svagata alla conclusione come ha dimostrato lennesimo errore di Sanchez, poi mandato negli spogliatoi: davanti alla porta, liberato da un prelibato colpo a scavetto di Fabregas, ha subito la pressione di Cole ed ha calciato da broccaccio. Partita che non ha mai cambiato faccia: spagnoli a caccia del gol, un po storpiati nella filosofia di gioco e inglesi aggrappati al loro gol, concentrati e serrati nella fase difensiva.
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