Il Milan svolta a Catania dove centra altri tre punti per l’operazione rimonta iniziata con la Juventus, scala la classifica e per almeno due notti si piazza a ridosso della zona Europa. I rossoneri accelerano dove probabilmente la passata stagione hanno iniziato a scucirsi lo scudetto. A marzo da queste parti finì 1-1 con tanto di veleni per il gol “fantasma” di Robinho. Anche ieri sera sono state polemiche perché il gol del pareggio di El Shaarawy è in evidente fuorigioco, come ha ammesso anche Allegri a fine partita. Milan che come la Juve viene salutato dai tifosi del Catania al grido “ladri, ladri”. Il Faraone insieme alla folle quanto giusta espulsione di Barrientos (doppio giallo, simulazione e calcione) hanno rappresentato a inizio ripresa la svolta di una sfida che poi Boateng ha ribaltato con conclusione a giro dal limite.
Il “falso nove”voluto da Berlusconi, che poi macchia la sua gara con un rosso diretto nel finale, sceglie il momento migliore per sbloccarsi perché col Catania non è stata una passeggiata almeno per un tempo. L’aveva detto Allegri che sarebbe stato più difficile che con i bianconeri, che era uno scontro diretto. Pronti-via e l’effetto Juve dura lo spazio di dieci minuti, i primi, in cui il Milan sembra prendere in mano la partita. Un’illusione perché quando il Catania si affaccia dalle parti di Amelia fa subito male. Calcio d’angolo, Acerbi esibisce un’elevazione millimetrica e Legrottaglie lo castiga. Sigillo dell’ex e un altro gol su palla inattiva, l’ennesimo che fa riemergere i soliti vizi capitali di questa stagione.
Ritrovarsi in svantaggio disorienta il Milan con la difesa protagonista di unpaio di svarioni e soprattutto riapre vecchi discorsi sui difetti di fabbrica. Perché manca un regista mentre il Catania ha Lodi che dirige l’orchestra senza sbavature. Nello spartito “4-3 e poi…”di Allegri il ruolo toccherebbe a Montolivo, ma sembra aver già esaurito l’effetto fascia di capitano. Dopo la buona prova contro la Juve e dopo l’investitura di Silvio Berlusconi, l’ex viola fatica (poi uscirà per qualche dolorino muscolare). Anche perché De Jong e Nocerino recitano a malapena la parte, mentre i tre davanti non si accendono mai. Quando lo fanno all’improvviso, a inizio ripresa il Milan rialza la cresta con El Shaarawy-Boateng e obbedisce all’ordine del presidente: «Andate e scalate la classifica». Obiettivo centrato sul piano del risultato, non del gioco. Perché anche con l’uomo in più i rossoneri chiudono la gara solo nel recupero, gioiello del Faraone, dopo aver sprecato tanto. Ma la seconda vittoria in trasferta, l’altra a Bologna tre mesi fa, e soprattutto dopo Palermo e Napoli la terza rimonta lontano da San Siro, stavolta completata, confermano che il Milan ha ritrovato carattere e il gruppo si è compattato.
Prima di Catania El Shaarawy e Allegrinon hanno avuto paura a parlare di scudetto.
La fondamentale vittoria di Catania, dove finora aveva vinto solo la Juve, rimanda comunque discorsi tricolori. É vero che per la prima volta il Milan vince due gare di fila, ma Allegri ha ragione: meglio riparlarne in primavera anche se le visite di Berlusconi funzionano a meraviglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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