Ci voleva proprio il Profeta, così come sempre hanno chiamato Elia, per immaginare che un finale così potesse non essere solo un sogno. Sapeva di potersi prendere ancora qualcosa di importante dal ciclismo, Viviani, che su strada nei mesi scorsi aveva persino faticato a trovare una squadra. A 36 anni e dopo un metallo per ogni medaglia nelle ultime tre Olimpiadi su pista, ai Mondiali di Santiago del Cile nella prova a Eliminazione ha vinto l'oro all'ultima gara: crederci è stato il suo X factor, con quelle braccia a croce per dire basta nel migliore dei modi a una carriera.
Come era stato per Cancellara, che scese di bicicletta dopo il secondo oro olimpico nella crono a Rio de Janeiro. Perché uscire di scena all'apice è l'unico modo per lasciare un'eredità che neanche il tempo può corrompere. È il caso di Nico Rosberg, che ha atteso solo 5 giorni dal titolo ottenuto in Formula 1 nel 2016 per dire ciao e ritirarsi ad anni 31, dopo aver realizzato il sogno di emulare papà Keke, iridato 1982. Addio da campione anche per Stewart, lui che pure a Watkins Glen nel '73 non corse l'ultimo weekend, quello dei 100 Gp corsi, per la morte del compagno di squadra Cevert. In pista scese invece Biaggi a Magny Cours, riuscendo a salvaguardare il mezzo punto di vantaggio in classifica su Sykes e laurearsi campione in Superbike nel 2012, prima di annunciare l'addio.
Dolce è l'ultima portata della carriera di tante leggende dello sport: da Kroos, che lo scorso anno salutò il calcio dopo aver vinto Liga, Supercoppa di Spagna e Champions con il suo Real Madrid, a Tomba, vittorioso nell'ultimo slalom speciale di Coppa del mondo. Fino a Barty, ritiratasi nel 22 con dal tennis che le aveva appena regalato gli Australian Open e le 100 settimane da numero 1.
Un destino che avevano conosciuto prima di lei ma sul ring Lennox Lewis, ritiratosi nel 2004 dopo aver difeso il titolo Wbc contro Klitschko (attuale sindaco di Kiev), e Marciano, che nel '56 contro Moore chiuse con la cintura dei pesi massimi il record di 49 vittorie e zero sconfitte.