Emre Belozoglu giocava nell'Inter, ha sempre promesso molto e mantenuto poco, talento ne aveva ma a Milano gli è girata male, quasi 80 presenze con i nerazzurri e solo sei gol. Agli inizi anni Duemila, il turco aveva capito che non c'era spazio e scelse di andare in Premiership al Newcastle, l'Inter incassò quasi sei milioni e nessuno si fracassò la testa per la sua partenza. Tre anni in Inghilterra e poi di nuovo Turchia fino alla scorsa stagione, adesso è all'Atletico Madrid e di lui si sono perse le tracce da tempo. Ma torna improvvisamente alle cronache perché rischia il carcere per un insulto di stampo razzista a un collega di colore.
Il reato, perché in Turchia di reato si tratta, è accaduto la scorsa stagione quando Emre giocava nella prima divisione turca con il Fenerbahce e fu sospeso due turni per aver dato dello sporco negro a Didier Zokora. Adesso rischia una pena detentiva tra i sei mesi e i due anni. Sarà giudicato in base alla nuova legge turca che punisce la violenza nello sport, compresi gli insulti razzisti. Emre si è scusato, dicendo che la causa è la foga agonistica: «A volte capita di dire cose sbagliate e io ho usato una parola stupida. Di questo mi voglio scusare». Ma non è la prima volta.
In Turchia si va in carcere per gli insulti razzisti, non male.
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