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"Eresia non pensare a Pep, però felici di Sarri Conte bandiera Juve, bella la sfida con l'Inter"

Il n°1 bianconero Andrea Agnelli: "Guardiola felice dov'è. E il nostro progetto è su 3 anni"

"Eresia non pensare a Pep, però felici di Sarri Conte bandiera Juve, bella la sfida con l'Inter"

«Un'eresia non pensare a Guardiola», dice Andrea Agnelli. La qual cosa un po' stupisce e un po' no. Per una volta, però, viva la sincerità. Anche perchè, nella sua chiacchierata di ieri con Radio 24, il presidente bianconero ha spiegato che il tecnico catalano «in questo momento della sua vita è estremamente felice dove è. Se io sono felice dove sono, difficilmente lascio un posto. Noi siamo molto contenti di Sarri, al di là delle cene che facciamo. L'impostazione è per i tre anni: la forza di un'idea è nella prosecuzione del tempo».

Avanti, allora. In una stagione che al momento viene considerata positiva, dall'alto del primo posto in campionato, dagli ottavi di Champions raggiunti in carrozza e dalla semifinale di Coppa Italia. «Sono abituato a valutare la stagione intera: voler vincere a febbraio è sciocco». Inattaccabile, in questo. E impermeabile ai dubbi sulla validità della scelta fatta a maggio: «Con Allegri ci siamo visti la scorsa settimana per un caffè, l'amicizia e la stima sono rimaste intatte. Nel nostro giudizio, l'applicazione di un modello tecnico come quello di Sarri era la modalità per garantire un successo: lo volevamo e l'abbiamo preso. Quando è stato presentato, aveva spiegato di voler avere un impatto fino a 70 metri perché poi subentrano gli interpreti: credo stia facendo proprio quello».

Difesa su tutta la linea e, del resto, arrivati alla fase caldissima della stagione, non avrebbe potuto dire nulla di diverso. Nemmeno su Conte e sull'Inter: «Antonio è una bandiera juventina, da questo punto di vista lui è Juventus. Il nostro rapporto è cordiale, disteso. La sfida che ha reputato più ambiziosa è riportare l'Inter a vincere. Vedremo come andrà a finire: per me, avere questa sfida con Steven Zhang nell'ultima parte del campionato è un qualcosa che mi affascina». Non è peraltro un mistero che i due si stimino e si stimolino, immaginando un futuro migliore per il calcio italiano. Con tutto il rispetto per la Lazio, la cui «spensieratezza è da temere. Se riusciranno a traghettarla a marzo-aprile, potrà essere un vantaggio per loro. Allo stesso tempo può però anche essere una nemica perché, dopo tre risultati negativi, puoi accontentarti della qualificazione in Champions. L'Inter questa spensieratezza non ce l'ha, perché con Conte hai l'obbligo di vincere. Gli Inzaghi? Li conosco da trent'anni: mi piacciono. Con la Lazio, Simone ha fatto un grandissimo lavoro: bisognerà vedere come, se e quando reagirà all'obbligo di vincere».

Chi invece ha già reagito in maniera colorita ad alcune sviste arbitrali è stato Rocco Commisso, presidente della Fiorentina sbottato proprio dopo avere affrontato la Juve: «Le sue parole mi hanno fatto piacere perché hanno fatto capire a Sarri cosa significa essere alla Juventus e come si può scatenare una campagna mediatica nei nostri confronti.

Sono stato contento di sentirlo poi, dopo Spal-Juventus, parlare del rigore che ci è stato fischiato contro e immaginare cosa sarebbe accaduto se - a parti invertite - fossimo stati noi a beneficiare di una decisione del genere».

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