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Gli Europei a porte chiuse nel piano Uefa anti terrorismo

Studiate le misure di sicurezza in caso di minacce Più difficile spostare pubblico e squadre in altre sedi

Gli Europei a porte chiuse  nel piano Uefa anti terrorismo

Il terrorismo minaccia l'europeo di calcio? L'Uefa ha pronto il piano di emergenza. Voci fastidiose sono arrivate ieri da Londra, quasi un segnale di allarme per Parigi e il resto del Paese che dal 10 giugno al 10 luglio raccoglieranno squadre e tifosi delle ventiquattro finaliste. Gli orrori e la carneficina del Bataclan, di Charlie Hebdo, del supermarket Kosher, non sono soltanto una memoria tragica e acida ma hanno lasciato una traccia lunga e il mondo del calcio sa di doversi preparare ad ogni evenienza. I rumors londinesi prevedono partite a porte chiuse, posticipate rispetto al calendario prefissato o addirittura trasferite in una sede diversa da quella decisa.

Ma sono illazioni, per il momento. Anche in caso di emergenza assoluta è da escludere che si possano traslocare tifosi, squadre e strutture organizzative da una città a un'altra, sempre sotto scorta, senza sottrarsi così alla follia degli eventuali attentatori, pronti a tutto. Mentre è più ipotizzabile il posticipo o, addirittura, la partita a porte chiuse, considerato che i biglietti saranno stati già venduti e il rimborso degli stessi comporterebbe difficoltà amministrative e burocratiche. Proprio ieri l'Uefa ha lanciato la campagna di vendita dei biglietti per la finale di Champions league a San Siro a prezzi non proprio modici. Milano e l'Italia non hanno sofferto lo stesso terrore di Parigi e della Francia ma va da sé che il calcio è un obiettivo facile.

Tornando all'emergenza per il prossimo campionato europeo l'Uefa ha ribadito, con un comunicato di poche righe, di essere sempre pronta, in occasione dei grandi eventi, ad ogni soluzione che possa e debba garantire la più completa sicurezza a squadre e tifosi. Nulla di specifico è stato, per il momento, definito ma gli scenari ai quali Uefa si prepara sono i soliti, come già detto, dal posticipo alle porte chiuse. Tutto ciò rientra nelle responsabilità degli organizzatori, il comitato francese, l'Uefa stessa che comunque si augura che la manifestazione possa svolgersi nella più totale sicurezza e festa del calcio. Oltre le parole restano le paure, umane, comprensibili per il clima che si è venuto a creare a livello internazionale e, in modo drammaticamente più specifico, sul territorio francese. Non è il caso di affidarsi al classico lo spettacolo deve andare avanti, la vita degli uomini vale più di una partita di calcio, come di un concerto a teatro e il ministero degli interni francesi sta lavorando in collaborazione con gli altri uffici ministeriali continentali per un piano di azione comune, coordinato, come avviene in occasione dei grandi eventi. Ilcalcio vuole dimostrare di essere pronto a prevenire qualunque attacco. I controlli saranno rigorosissimi e riguarderanno tutti i partecipanti, i ritiri delle squadre e gli stadi verranno protetti ventiquattro ore su ventiquattro, il movimento delle tifoserie sarà seguito in ogni fase, anche critica, prima e dopo la partita. Questo il progetto, questo il piano.

Poi l'uomo dovrà fare i conti con il lupo.

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