Mame Fily Sall, ex calciatore dell'Hellas Verona, è stato espulso dall'Italia con l'utilizzo del "protocollo anti-terrorismo". La polizia di Stato ritendolo seriamente pericoloso lo ha accompagnato fino alla frontiera aerea di Milano dove il 21enne ha poi preso un volo per far ritorno nel suo paese d'origine. Sall era arrivato in Italia otto anni fa, appena tredicenne, ed aveva ottenuto il permesso di soggiorno regolare perché ospitato dagli zii. Ai 18 anni la carriera calcistica di Sall sembra decollare e approda all'Hellas Verona e ci resta per due anni e mezzo, dal 1 gennaio 2014 al 30 giugno 2016, percependo uno stipendio da ventiduemila euro all'anno. Il ragazzo, però, viene messo ai margini e allontanato dalla squadra per le sue doti calcistiche non eccelse.
Sall, però, non ci sta e inizia a covare il suo odio verso l'Occidente poco prima della scadenza del suo regolare permesso di soggiono. Il 21enne è stato monitorato per diverso tempo dalla Digos e le sue intemperanze sono state molteplici: nel settembre del 2017 era stato fermato perché intento ad acquistare del mercurio su internet: convocato in questura giustificò la cosa spiegando che quell'acquisto serviva per fare delle offerte a entità divine. Un mese fa è stato anche fermato dai Carabinieri con un coltello da cucina da oltre 13 centimetri ed è stato denunciato da un venditore di armi fuoco in quanto voleva anche procurarsi una pistola.
Ieri, però, alle 17:15, la sua avventura in Italia è finita, presso la sua abitazione a Torrebelvicino, Vicenza, con Sall che, ritenuto pericoloso e una minaccia per il Paese, ha fatto così ritorno in Senegal: il decreto di espulsione ha una validà lunga, ovvero di cinque anni.
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