Coronavirus

F1 e moto, alta tensione tra porte chiuse e rischio cancellazione

Brawn: Europa, via a luglio senza pubblico Ezpeleta (MotoGp): "Annullare? Un'opzione"

F1 e moto, alta tensione tra  porte chiuse e rischio cancellazione

Correre ad autodromi chiusi sembra una mezza follia, ma la Formula 1 aveva già avallato la soluzione per gareggiare in Bahrain prima della chiusura totale. E poi, comunque, l'importante è tornare in pista, perché i Gp virtuali saranno anche divertenti, ma c'è la stessa differenza tra una nuotata in mare e una in piscina. In queste ore la soluzione estrema torna di attualità, sponsorizzata da Ross Brawn che alla BBC ha dichiarato: «La nostra idea è che un inizio del Mondiale in Europa a luglio potrebbe essere possibile, ma potrebbe essere a porte chiuse». Liberty Media e Formula 1 stanno studiando come creare un ambiente il più possibile chiuso e isolare chi lavora in pista dal resto del mondo. Non è un'impresa semplice. In un weekend di gara riducendo al massimo il personale si può arrivare a 2000 persone.

«Data la situazione di emergenza che si sta vivendo al livello internazionale la sicurezza deve essere la priorità non solo per gli addetti ai lavori della F1, ma anche per gli stessi tifosi racconta dalla Puglia Antonio Giovinazzi - Quindi direi che se da un lato iniziare il campionato con gare a porte chiuse è una soluzione per la tutela della salute, il calore, l'entusiasmo e la passione che ogni tifoso ci trasmette durante le gare sono indispensabili. In questo momento deve prevalere la salute, ma una volta superata questa brutta situazione, le porte della F1 devono essere spalancate, perché i tifosi sono il nostro secondo motore».

Per i team comunque l'importante sarebbe partire, anche ad autodromi chiusi perché le gare in tv garantirebbero visibilità agli sponsor che sono quelli che pagano la fetta più grande. E le stesse tv con un mondiale di almeno 15 gare non avrebbero appigli per fare causa. Bisognerebbe solo pensare a come aiutare gli organizzatori. L'anno scorso Monza ha richiamato in autodromo 200mila persone raggiungendo i 15 milioni di euro di incasso lordo. «Monza senza pubblico sarebbe una sconfitta per tutti _ racconta Pietro Benvenuti, direttore dell'autodromo anche perché se a settembre fossimo ancora in quarantena il problema non sarebbe certo la F1. Noi comunque stiamo già lavorando per ospitare altre gare con accessi limitati anche nel paddock».

Ross Brawn parla ancora di una stagione con 18 gare, magari chiudendo in gennaio. Tre gare al mese con weekend di due soli giorni. La data limite per la partenza è ottobre. Il sogno è farcela a luglio, ma oggi è impensabile. L'unica data fossa appare quella di Singapore (20 settembre) perché per allestire un circuito cittadino ci vogliono certezze con un certo anticipo. Ross è ancora fiducioso, Carmelo Ezpleleta, il boss della MotoGp nei giorni scorsi era stato più pessimista: «Senza vaccino sarà molto difficile o impossibile organizzare un Gran Premio ed altri eventi importanti.. È ipotizzabile che non ci sarà il Motomondiale nel 2020», frase che poi la Dorna ha ammorbidito con un comunicato rasserenante, per quanto può rasserenare oggi un comunicato. Quello che sta succedendo ci cambierà tutti e il motorsport non resterà immune, come ha sottolineato Jean Todt, il presidente Fia: «Sono certo che molti team, fornitori e Costruttori dovranno rivedere i propri programmi e potrebbero essere costretti a fermarsi. Spero che proprietari e sponsor mantengano le motivazioni. Sarà una nostra responsabilità convincerli a restare». Motori accesi.

A porte chiuse o aperte che siano.

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