
Chissà se a qualcuno in Italia non sia venuto il rammarico per non averci pensato e soprattutto puntato. C'è un allenatore italiano che sta stregando l'Europa a suon di record. Nessuno come lui nel Vecchio Continente. Francesco Farioli a soli 36 anni è già tra i tecnici più brillanti in circolazione dopo le esperienze positive vissute in Turchia, Francia e Olanda. Un vero globe-trotter della panchina il condottiero toscano che ora è grande protagonista al timone del Porto. Il giovane allenatore laureato in filosofia, infatti, è l'unico tecnico a livello europeo ad aver vinto tutte le partite giocate finora. Tra Liga Portugal ed Europa League il suo Porto ha fatto percorso netto, inanellando otto vittorie in altrettante gare. Sette successi in campionato, dove veleggia al primo posto con ambizioni di arrivare fino in fondo, e tre punti anche all'esordio nelle coppe europee coi Dragoes. Tanta roba, verrebbe da dire. Numeri che diventano ancor più esaltanti se si considera che la sua squadra ha segnato ben 20 reti nelle 8 partite disputate, incassandone appena una nel big match contro i campioni in carica dello Sporting battuti 2-1. Tra l'altro nessun avversario è finora riuscito a bucare la porta di Diogo Costa, visto che l'unico gol subito dal Porto targato Farioli è stato a causa di una maldestra autorete da parte di Nehuen Perez. Della serie: vatti a fidare degli amici.
Battute a parte la formazione allenata dal tecnico classe 1989 sembra diventata un'armata (quasi) inarrestabile. Merito del grande lavoro fatto da Farioli che abbina i principi di gioco offensivi trasmessigli dal suo maestro Roberto De Zerbi, del quale è stato collaboratore tecnico a Benevento e Sassuolo, con la solidità della fase difensiva di matrice tipicamente italiana. Quasi allegriana, verrebbe da dire. Un mix letale e micidiale per gli avversari e che sta rendendo Farioli uno degli allenatori più in voga nel panorama internazionale, nonostante in Italia non abbia mai guidato nessun club. Incredibile ma vero. D'altronde spesso dalle nostre parti si preferiscono mediocri allenatori stranieri o tecnici al crepuscolo piuttosto che puntare sul nuovo che avanza. E così il filosofo Francesco ha dovuto iniziare la carriera a 31 anni dalla Super Lig turca con l'Alanyaspor.
Prima tappa di un percorso che l'ha visto poi emergere al timone di Karagumruk, Nizza e Ajax fino all'approdo quest'estate al Porto. E il bello deve ancora venire. Con tanti saluti a chi in Serie A non ha avuto il coraggio di affidargli la propria squadra dopo averlo sondato (Fiorentina). Ora brinda il Porto.