Il magone. In questi casi c'è chi piange. Lei no. Federica ha il magone. Che poi fa più tenerezza di una lacrima ed è più sincero. Si può fingere di piangere. Non si può mentire invece quando la gola ti si chiude, il respiro sussulta, la pelle si scalda e gli occhi diventano lucidi e però tutto si ferma lì. Non sfoga in lacrime.
Troppo complicato il magone, troppo dentro di noi per mentire. Fede quasi tira su col naso, quasi le scappa via il fiato, se potesse, se non ci fossero telecamere ovunque, si stropiccerebbe gli occhi incredula con l'espressione della bambina che fu. “Perché mi sembra di vivere un piccolo incubo” dice più a se stessa che a noi che le stiamo attorno. “Perché non me lo spiegare, nel senso che in acqua ho provato sensazioni completamente diverse da quelle della semifinale. Sono propria morta, sono arrivata all'ultimo cinquanta che non ne avevo più e non capisco proprio perché ieri avevo nuotato in 1.55''4 e pure con facilità”.
Vince la cannibale a stelle e strisce Katie Ledecky in 1.53.73, poi la svedese Sarah Sjostrom (1.54.08), poi l'australiana Emma McKeon (1.54.92). Fede solo quarta, resta appoggiata al gradino più basso senza poterci salire sopra, 1.55.18. Che tortura, Se solo avesse nuotato come un mese e mezzo fa al Sette Colli (1.54.55) sarebbe salita sul podio e adesso il magone sarebbe sorriso, il magone urlerebbe felicità.
“Non pretendevo di vincere o altro, ma almeno di lottare per il terzo posto. E' un peccato. Onestamente non mi aspettavo di fare questo tempo, negli ultimi 50 metri non ne avevo e ho solo chiuso gli occhi e sperato. Credo di essere un'atleta abbastanza esperta, e in tanti anni una situazione così non mi era mai capitata... Dalla stanchezza che provavo mi sembrava di andare molto veloce, invece...”.
C'è l'orgoglio della campionessa ad arginare la voglia di piangere e chissà che questo orgoglio non la sproni a tirare fuori cattiveria e rabbia e magari molto di più per inventarsi un cento stile che nei programmi
avrebbe dovuto essere solo un gioco e ora potrebbe rivelarsi il fazzoletto capace di asciugarle le lacrime. Perché davanti a noi e al mondo Fede le ha trattenute. Ma solo con noi e il mondo. Lacrime sincere. Come il magone.
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